«Ho 72 anni, da 54 sono nel ciclismo, abbiamo un'importanza sociale oltre che sportiva, e ora rischio di veder spazzare via tutto...»
Il grido d'allarme è quello di Fermino Lira, patron del GS Fonzaso nel bellunese: una ventina abbondante di tesserati tra Giovanissimi, Esordienti e Allievi, una delle tante piccole società giovanili che costituiscono la prima base del nostro movimento. Ma qual è il cataclisma che, stando alla sua "denuncia", mette a serio rischio la sopravvivenza della sua e di altre piccole società? La riforma fiscale dello sport italiano entrata in vigore il 1 luglio, volta a meglio regolamentare l'inquadramento delle persone che contribuiscono all'attività delle compagini dilettantistiche.
Nei giorni scorsi Fermino Lira ha mandato una lettera al Coni, alla Federciclismo e ai comitati FCI di Veneto e Belluno, per farsi portavoce delle realtà come la sua, contro gli "effetti collaterali" delle nuove norme. In cosa consistano tali rimostranze, Lira l'ha spiegato anche l'altroieri in un'intervista al Corriere delle Alpi: «La nuova disciplina rischia di far scomparire le società con numeri minori e far sopravvivere solamente quelle più strutturate, il GS Fonzaso non ha le risorse per applicare i requisiti della riforma e, se le regole resteranno le stesse, dovrà chiudere i battenti. Oltre alle istituzioni a cui sta per giungere la mia lettera, invito il Ministro dello Sport Abodi e la presidentessa del Consiglio Meloni a un tavolo di discussioni. E dato che il 90% delle squadre di ragazzini sono uguali alla nostra, invito loro a far sentire anch'esse la loro voce.»
Il problema, ha spiegato nella medesima intervista, è legato soprattutto agli obblighi fiscali e contrattuali previsti dalla riforma. Per capire più nel dettaglio quali siano, ieri sera abbiamo contattato Lira: «Innanzitutto non siamo stati avvisati a dovere - ci ha subito detto - e dall'oggi al domani, dopo aver fatto la contabilità fino al 30 giugno con un sistema, dal 1 luglio abbiamo avuto a che fare con un altro. Per star dietro al nuovo sistema, diventa indispensabile farsi seguire da un commercialista: non tutti però possono permettersi di pagare questa figura professionale per il lavoro approfondito che serve adesso.»
Ed ecco cosa implica tale nuovo sistema: «Ci siamo sempre basati sul volontariato, su chi viene a darci una mano a seguire i ragazzi in allenamento e a stare sulla strada nelle gare che organizziamo, con passione e senza prendere un centesimo: bastava un'assicurazione privata contro terzi fino a cinquanta persone. Adesso invece dovrei assumerli come dipendenti o al limite fare co.co.co. e ritenute d'acconto. Ma come faccio? Io non riesco a coprire questo improvviso aumento di spese, e non è mica facile pretendere che lo facciano gli sponsor. A costo che vengano a prendermi a casa, non inizierò a pagare.»
Al di là della boutade, Lira auspica davvero che qualcuno ai piani alti lo "vada a cercare": «Chi governa il nostro sport deve capire che non siamo aziende e non abbiamo la struttura per adeguarci alla riforma. Invece di limitarsi a discutere dentro quattro mura nelle sedi istituzionali, mi cerchino, mi contattino, vengano a sentire concretamente le società di base! Se si mettono in ginocchio quelle, al nostro ciclismo non resterà più niente...»