Erica Magnaldi è partita per il suo quarto Giro d’Italia letteralmente da casa: per lei, che è cuneese di origine, arrivare nella sua città natale con la corsa più importante al mondo è un sogno grande grande. Per l’atleta del team Ceratizit l’emozione c’è e non vuole nasconderla, ha aspettato per anni che la corsa rosa facesse tappa qui e finalmente ha ricevuto il suo regalo.
Qualche giorno fa in occasione della presentazione delle squadre si era presentata orgogliosa nella zona palco, borsa in mano e attorniata da conoscenti ed amici che le inauguravano buona fortuna e la salutavano da lontano. Una camminata come in un giorno qualsiasi, ma in realtà l’inizio dell’ennesimo sogno in rosa. «Desideravo tanto questo momento - ci dice - per anni ho sperato di partire da qui e sono emozionata. La prima tappa è stata pazzesca, ho corso su strade che conosco praticamente a memoria, intorno a me tanti tifo, amici e parenti. Troppo bello».
Erica è follemente innamorata della sua città e di questa parte del Piemonte, ama raccontarla e ci spiega come si sia improvvisata guida turistica per le sue compagne di squadra, tutte straniere ad eccezione di Maria Giulia Confalonieri e Lara Vieceli. Approfittando dell’arrivo del Giro a Cuneo ha fatto assaggiare i prodotti locali e ha consigliato i posti migliori dove andare a mangiare. Addirittura alcune ragazze hanno promesso di venire qui a trascorrere le vacanze, forse dopo tutto dovrebbe iniziare a chiedere la percentuale per così tanta pubblicità.
L’italiana della Ceratizit conosce questa zona d’Italia alla perfezione, ci corre in ogni allenamento inseguendo quella passione che l’ha portata già tanto lontano. Oggi si arriva a Prato Nevoso, la sua salita del cuore che conosce alla perfezione. Al Giro il livello è alto ma non ci nasconde di voler tentare l’impresa «Non posso nascondere che l’obiettivo oggi è fare bene, mi sono allenata tanto anche in vista di questa tappa. È la mia salita, quella della mia zona e dei miei tifosi, l’ho scalata di verse volte, ma questa sarà speciale» Erica punta ad un buon piazzamento nella generale, la corsa rosa le piace e quest’anno come non mai è aperta a tutti i tipi di atleta, ci saranno gli arrivi allo sprint, ma soprattutto le sue care montagne.
Erica ha fatto del pensiero razionale uno stile di vita, ama guardarsi intorno ed imparare, ma soprattutto è follemente innamorata del ciclismo. Ogni volta che corre le si riempie il cuore, tutto diventa più semplice e più leggero; è stata una scelta dura mettere da parte tutto quanto, una laurea in medicina e una carriera che l’avrebbe portata altrove. La piemontese è l’esempio lampante che studio e sport possono convivere e che con la forza della passione si può fare qualsiasi cosa. La pandemia è stata dura soprattutto per lei che ne conosceva i minimi particolari, ha continuato a pedalare con lo sguardo rivolto a chi soffriva. Quando si parla con lei immediatamente si apre un mondo, un vero e proprio universo fatto di gioia e di sicurezza, Erica adora informarsi e curare ogni aspetto nell’ambito della nutrizione, adora raccontare il suo passato da studentessa di medicina e ci confida che forse in futuro metterà mano a tutto quanto e lo prenderà come lavoro. Ma nel presente la cuneese continua a seguire il suo sogno, corre in bici e si diverte portando con se il messaggio che studio e sport sono amici per la pelle, guai a chi osa pensare il contrario.