In ritiro con la sua Bora-Hansgrohe, Peter Sagan non si sbilancia sul futuro, confermando per il momento, solo l'appuntamento con le Classiche. Il suo debutto agonistico sarà a fine febbraio con la Omloop Het Nieuwsblad e Kuurne-Brussel-Kuurne, corsa che ha già vinto. Per quanto riguarda il Tour e le Olimpiadi, per il tre volte campione del mondo nulla è ancora deciso, anche se una nuova maglia verde per lui sarebbe più invitante rispetto all'appuntamento a cinque cerchi.
«Dobbiamo ancora vedere quale sarà il programma per il futuro - ha detto Sagan in una videoconferenza dal Lago di Garda, dove è in ritiro con la sua Bora Hansgrohe -. Per ora, ho fatto un programma fino alle Classiche. Dopodiché dobbiamo vedere cosa farò e decidere perché è un anno molto importante con i Giochi Olimpici e un Campionato del Mondo che potrebbe essere adatto alle mie caratteristiche».
Il 2020 è stato un anno difficile per tutti e anche Sagan si è trovato costretto a operare delle scelte, dettate da un calendario estremamente ristretto, con gare sovrapposte. Lo slovacco infatti si era trovato a dover correre il Giro d'Italia saltando le Classiche.
«Allo stato attuale nulla è da considerarsi certo. Come ho detto, dopo le Classiche vedremo cosa succederà. Già adesso molte gare sono state cancellate e nessuno è in grado di dire se ci saranno ulteriori modifiche ai calendari. Penso che ci vorrà ancora un po' di tempo prima di pianificare tutto».
Sagan avrebbe voluto iniziare la sua stagione a San Juan, ma la cancellazione delle corse ha già costretto, squadre e corridori a modificare la prima parte del calendario.
Il dubbio più importante, naturalmente, rimane quello tra Tour de France e Olimpiadi di Tokyo, poiché i due eventi sono divisi da meno di una settimana. «Se dovessi decidere in questo momento, di sicuro cercherei di conquistare di nuovo la maglia verde del Tour, ma nessuno sa cosa succederà. Potremmo dover essere costretti ad arrivare in Giappone due settimane prima, ma adesso c'è un vaccino e le cose potrebbero cambiare e potrebbero esserci regole diverse, nessuno è in grado di dire cosa succederà e come dovremo prepararci, dobbiamo vedere cosa accadrà nei prossimi cinque mesi».
Oltre che su Sagan, la Bora-Hansgrohe punterà anche sui tedeschi Emanuel Buchmann e Pascal Ackermann che cercheranno di essere protagonisti nei grandi giri per la conquista della classifica a punti. Buchmann già la scorsa settimana aveva confermato la sua partecipazione al Giro d'Italia, definendo la corsa rosa più adatta alle sue caratteristiche. Riguardo una convivenza tra Ackermann e Sagan al Tour, lo slovacco si è innervosito, evitando domande che avrebbero potuto far nascere polemiche.
«Penso che la mia situazione valga anche per Pascal, vedremo quale sarà il suo programma, lo sapremo più avanti. Per il momento dobbiamo solo pensare a farci trovare pronti poi vedremo quali gare ci saranno».
La stagione di Peter Sagan è iniziata a Peschiera del Garda per un ritiro con la sua squadra Bora-Hansgrohe, dove resterà fino al 17 gennaio, per proseguire con un altro ritiro a Gran Canaria prima di trasferirsi in quota in Sierra Nevada nel mese di febbraio.
Con la stampa è stato affrontato anche il discorso del contratto dello slovacco, che scadrà alla fine di questa stagione. Sagan sorridendo, ha detto che non è lui la persona più adatta per parlare di queste cose e che con la Bora-Hansgrohe si trova bene. «Penso che sia meglio fare questa domanda a Ralph Denk o al mio agente Giovanni Lombardi, non a me. Sono molto felice in questa squadra. Resto un altro anno e poi vedremo cosa succederà».
L'incontro si è concluso con la domanda relativa ai corridori tedeschi della Bora che stanno vincendo tanto. «Questo va bene. Più i ragazzi sono forti, meglio è per la squadra. Quanto a me, non ho cambiato il mio ruolo: sono ancora qui».