Ieri dopo aver tagliato il traguardo di Cormons alle spalle del giovane compagno Remco Evenepoel, Philippe Gilbert lo "battezza" ai nostri microfoni. «È un fenomeno. In 17 anni di professionismo uno come lui non l'ho mai visto. Tutta la squadra ha svolto un lavoro incredibile. Mikkel Honoré ha tirato tutto il giorno per riportarci sotto la fuga, di cui la Bahrain Merida si era disinteressata. In salita è scattato Remco, noi dietro abbiamo chiuso bene così lui ha guadagnato parecchio tempo» spiega a caldo.
Gli raccontiamo che Egan Bernal ha vinto il Tour de France e gli chiediamo se Remco potrà fare altrettanto nei prossimi anni. Dopo averci chiesto se Julian Alaphilippe sia riuscito a conquistare il podio di Parigi (al nostro no replica con una esclamazione di disappunto in perfetto italiano, ndr) continua a riflettere sul giovanissimo compagno. «Di sicuro il suo futuro è nelle corse a tappe perchè ha un ottimo recupero. Va bene a crono, in salita, dappertutto, ma è come assimili gli sforzi continuativi che fa la differenza dopo più giorni di gara. È impressionante, è molto maturo anche a livello mentale, è intelligente e responsabile».
Lui che ha saputo vincere tutte le classiche monumento, eccetto la Milano-Sanremo, sa bene quanto la pressione della stampa e del tifo in Belgio per un corridore così promettente possono essere pesanti. «È fondamentale che resti con i piedi per terra, che si circondi delle persone giuste e che non perda la cognizione della realtà visto i tanti soldi che già guadagna. Questo è l'unico pericolo che corre. Per tutti noi è come un fratello minore, cerchiamo di guidarlo al meglio» assicura Philippe, idolo del baby fenomeno che ieri ha festeggiato il primo successo sul suolo italiano.