Il problema riguarda sempre più da vicino i corridori professionisti, con lunghe trasferte che caratterizzano un numero sempre maggiore di corse del calendario ciclistico, ma i consigli possono essere utili anche a tutti noi.
In occasione del viaggio verso il Canada, l’aspetto che ha richiesto maggior attenzione è stato il jet-lag: le ore di volo da Parigi a Quebec City sono state quasi sette a fronte di una differenza di fuso orario di 6 ore (in foto, Oliveira entra in aereo a Parigi). Questo significa che la giornata di corridori e staff è durata praticamente 6 ore in più rispetto al normale.
Il Dottor Pollastri, medico del team blu-fucsia-verde, spiega come adattarsi rapidamente al fuso orario locale: “Gli accorgimenti da seguire vanno messi in pratica già nei giorni antecedenti la partenza, posticipando gradualmente l’orario in cui ci si corica alla sera e ci si sveglia al mattino, così da recuperare già in anticipo 2 o 3 fusi orari. Abbiamo dato ai nostri atleti anche altri consigli, come ad esempio quella di sistemare le lancette dell’orologio sull’orario canadese già alla partenza del volo, così da adattarsi a livello mentale al nuovo fuso, e di evitare di dormire troppo sull’aereo. Quando siamo arrivati in Quebec, i corridori hanno cercato di rispettare gli orari locali, pasti compresi: esponendosi per esempio alla luce del giorno, sarà più semplice acquisire il ritmo locale».
E ancora: «Nei primi giorni seguenti all’arrivo in Canada, gli atleti dovranno evitare di dormire durante le ore diurne, con lo scopo di acquisire sin da subito l’orario notturno e adattare in fretta il proprio orologio biologico. E’ utile inoltre ridurre il consumo di bevande contenenti caffeina e non forzare il fisico con carichi di lavoro esagerati nelle prime ore di permanenza nella nuova destinazione».
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