Appuntamento di prestigio alla libreria Hepli di Milano ieri sera con la presentazione del libro di Martina Dogana: “Triathlon: Regole, materiali, tecniche e allenamento spiegati da una campionessa”. A presentare l’appuntamento è intervenuto Linus di Radio Deejay e Aldo Rock. Emozionata la campionessa che ha così esordito: “Un periodo intenso in cui devo metabolizzare tutte queste emozioni. Il triathlon mi sta regalando tante opportunità che mai avrei immaginato, come ad esempio questa di scrittrice”.
Il libro, scritto totalmente di suo pugno, vede inoltre i contributi di alcuni campioni di varie discipline come Alessandro Labruschini, podismo, e Massimo Cigana, ciclismo.
Il volume racconta inoltre i segreti di 20 anni ad alti livelli senza incappare in gravi infortuni. “Merito di chi mi ha supportata ed ha saputo darmi i giusti consigli”.
L’appuntamento è iniziato sotto forma di dialogo in cui la veneta di Valdagno ha spiegato la sua giornata tipo “ Inizia sempre presto con un’oretta per sbrigare le faccende domestiche, gli allenamenti, il lavoro. Arrivo a sera sfinita”.
Si è poi passati all’aspetto motivazionale. “Per ora non è ancora tempo di appendere le scarpette e la bici al chiodo anche se le offerte per fare l’allenatrice non sono mancate. C’è ancora tempo per pensare al dopo. Sono consapevole di essere ormai nella generazione dei vecchi. Sicuramente mi piacerebbe lavorare ancora nel mondo dello sport”.
Tanti gli spunti offerti come quello sull’ormai piena conoscenza del proprio corpo. “Dopo tanti anni mi preparo da sola. Per il nuoto mi appoggio ad un team agonistico mentre per il resto seguo le mie tabelle. Pedalo e corro sulla pista ciclabile della mia zona, i tifosi mi riconoscono ed è molto bello sentirli vicini”.
Il sacrifici più pesanti? “In inverno in cui devi trovare la forza per uscire anche se fa freddo”.
Un occhio al mondo del triathlon: “Il movimento sta crescendo e ci sono sempre più avversarie, soprattutto le nuove che arrivano dall’olimpico ed hanno un ritmo molto alto di gara. Fortunatamente sulla lunga distanza saltano. Proprio le lunghe distanze ti richiedono una grande forza mentale. Li metto tutta la mia grinta, tanto che mi chiamano buldozzer”.
La chiusura è spettata ad Aldo Rock. “Il triatholn è un sogno a cui ambire. Possiamo anche non praticarlo, l’importante è avere vivo dentro di noi il desiderio”.
Pietro Illarietti