Quanto può dare in più un corridore con il giusto supporto psicologico? «Le ricerche dicono che in qualunque sport la corretta attenzione alla disciplina mentale apporta un miglioramento del 70% di prestazione. Così come si allena il fisico, bisogna allenare la mente, le gambe devono essere supportate dalla testa e viceversa» ci spiega la dottoressa Cristina Carraro, che da quest’anno è mental trainer del team Area Zero d’Amico.
Come è arrivata al ciclismo?
«Mi occupo di psicologia dello sport ormai da otto anni, da quando sono approdata nel mondo del rugby, che resta il mio primo amore (lavora per il Petrarca Rugby di Padova, ndr). Dopo la laurea, ho ottenuto un master in Psicologia dello Sport applicata alle discipline di contatto, ho avuto esperienze in sport di squadra ma seguo anche atleti che praticano discipline individuali. Questa è la mia prima volta nel ciclismo, si tratta di una novità e di una scommessa con me stessa. Una figura femminile in un mondo quasi totalmente maschile sono convinta possa dare un prezioso apporto. In questo caso ho accettato la sfida perché mi interessa molto il tipo di progetto che mi è stato illustrato da Area Zero, innovativo rispetto alle altre società».
In che senso?
«In questa squadra si dedica attenzione alla vita dell’atleta nel suo complesso, c’è l’interesse di dare una mano ai ragazzi a 360°. Non si valuta solo il risultato, ma il percorso che si compie per raggiungerlo. Si lavora nell’ottica della crescita con ragazzi che sono in primis considerati persone e non solo atleti. Il mio compito è di creare in questi ragazzi un processo motivazionale, di dar loro una formazione mentale che li porti ad acquisire la mentalità vincente. Avere a che fare con ciclisti giovani, curiosi e malleabili come i nostri è stimolante e interessante anche per me».
Il suo lavoro concretamente come si svolge?
«Il mental trainer va a lavorare sull’autostima dell’atleta, sull’attenzione e sulla gestione degli stati emotivi perché è fondamentale saper controllare l’ansia e lo stress. Come dicevo è fondamentale sviluppare tecniche mentali vincenti e, altrettanto importante, acquisire un ragionamento per obiettivi. Io sono presente a tutti i ritiri della squadra in cui svolgo riunioni di gruppo e con i singoli corridori. Ogni settimana parlo con lo staff di lavoro del team, in particolari modo sono molto legata al preparatore Paolo Santello, e mi rapporto con gli stessi atleti per valutare il loro lavoro passo per passo, anzi pedalata per pedalata».
Giulia De Maio