Chris Froome, il lockdown, il recupero, i grandi giri e anche un po’ di preoccupazione per la gestone inn casa Ineos per il prossimo Tour de France.
Il britannico, quattro volte vincitore della Grande Boucle, ha parlato in una intervista concessa a Sky Sport. Eccone i passaggi principali.
TOUR. «Sto lavorando in vista del Tour e direi che siamo a buon punto. Certo, il lockdown è stato molto complicato per me come per tutti, ma mi sono abituato a stare sui rulli ogni giorno, 5-6 anche 7 ore al giorno. E questo periodo probabilmente mi ha aiutato perché mi ha consentito di lavorare due mesi in più per essere pronto».
Chiaro il riferimento all’incidente subìto lo scorso anno al Delfinato, che lo ha costretto ad affrontare diversi interventi chirurgici e un lunghisismo cammino di riabilitazione.
INEOS. «Al Tour ci saremo Bernal, Thomas ed io: non ho ancora capito bene come faremo. Ma siamo tutti professionisti e soprattutto siamo amici. Sappiamo che dovremo lavorare insieme, rispettare il nostro obiettivo, che è quello di portare la squadra alla vittoria. È ovvio che ognuno di noi voglia vincere, ma l’importante è che a vincere sia la squadra. E tra noi tre sarà la strada a decidere».
GIRO. «Il Tour de France è la corsa più grande del mondo, nella quale tutto è all’esasperazione: la pressione, gli sponsor, l’attenzione mediatica, tutto. Ma il Giro d’Italia è stato più difficile da vincere, perché è come fare tre settimane di classiche. Da un giorno all’altro può sempre cambiare tutto e per me a maggio, quando c’è ancora freddo, è più difficile vincere. Sono molto contento di avere vinto almeno un Giro, ma voglio tornare e provare a vincerlo ancora».