Se per tutti noi il periodo delle feste è speciale, lo è ancora di più per un giovane atleta. E allora scopriamo come passava il Natale il giovane Fabio Aru.
«Quando correvo, durante il periodo di Natale avevo la possibilità di stare con la famiglia e gli amici in Sardegna, era un periodo dell'anno che mi faceva stare bene, poi tornavo e c'erano 18-20 gradi, era come fare un extra training-camp (ride, ndr)».
Rifarebbe tutto ciò che ha fatto nella sua carriera o cambierebbe qualcosa?
«Certe volte ci si accerchia di alcune persone... alcune davvero belle, le sento ancora adesso come tantissimi compagni di squadra, di alcune persone ne farei veramente a meno, ma col senno di poi sono tutti bravi (ride, ndr). Comunque per ogni atleta l'importante è avere accanto le persone giuste».
Cosa consiglia a un giovane atleta che vuole fare del ciclismo la sua vita?
«Sicuramente di avere passione, il ciclismo è uno sport di squadra ma allo stesso tempo individuale, ti impone di fare sacrifici non indifferenti per avere risultati. Dico di mettere al primo posto la passione e la dedizione, è uno sport che ti impone di allenarti tanto, di mangiar bene. La cosa principale è divertirsi, lo dico sempre ai miei ragazzi, bisogna rispettare le regole, essere precisi, costanti negli allenamenti: se uno ha talento prima o poi esce fuori».