La lunga volata che ci porterà alle elezioni federali in programma il 19 gennaio a Fiumicino è cominciata. Mentre Regioni e Province stanno ultimando le tornate elettoriali di base, i quattro candidati alla presidenza della Federciclismo hanno depositato il loro programmi. Abbiamo pensato di proporli all'attenzione di tutti gli appassionati e non solo dei grandi elettori.
Cominciamo quindi oggi con il programma elettorale di Lino Secchi, 73 anni, dirigente di lungo corso che ha guidato per sei mandati il ciclismo marchigiano e per un mandato è stato vicepresidente della Federciclismo.
Questi i punti salienti del suo programma che potete scaricare e leggere integralmente nel pdf allegato.
Credo di poter sottolineare che il ciclismo italiano sta affrontando problemi strutturali che vanno ben oltre episodi di solo valore mediatico. La possibile chiusura di realtà storiche e prestigiose dopo oltre 40 anni di attività evidenzia una crisi sistemica del mondo dilettantistico, che dovrebbe rappresentare il serbatoio principale per il professionismo. Le vere criticità sono molteplici, le più evidenti, sono: la mancanza di risorse economiche, poiché il sostegno degli sponsor è sempre più difficile da ottenere; lo scarso ricambio generazionale: molti giovani talenti preferiscono altre discipline o abbandonano il ciclismo per via delle difficoltà economiche e organizzative; l’assenza di una visione a lungo termine, che ci porta a dare priorità a notizie che suscitano stupore ma che sono marginali tralasciando il dibattito su come ristrutturare e rilanciare il movimento; la mancanza di formazione ed infrastrutture, in quanto i programmi di sviluppo per i giovani e le strutture non risultano adeguati per la crescita.
Invece di concentrarsi pertanto sui dettagli, servirebbe uno sforzo collettivo per rilanciare il sistema. Investire nei settori giovanili, incentivare nuovi sponsor e creare sinergie tra dilettantismo e professionismo dovrebbe essere la priorità. Sicuramente in questo programma avrò dimenticato altri argomenti degni di essere trattati, ma in diversi paragrafi ho richiamato al confronto, al dialogo, all’ascolto questi momenti, avverranno nelle riunioni ufficiali o negli incontri occasionali. Per dare concretezza a questa volontà confermo l’impegno, scritto in precedenza, di una riunione online al mese con i Presidenti Regionali e due o tre all’anno con i Presidenti Provinciali per un confronto libero che consentirà di non perdere di vista le diverse situazioni e le eventuali criticità, nelle regioni e province senza nessuna differenza tra nord e sud. Chiudo ricordando che il ciclismo italiano ha una grande storia, ma senza interventi seri rischia di perdere il proprio futuro.