È il più titolato ciclista norvegese della storia e la bicicletta continua ad essere al centro del suo mondo. Thor Hushovd in questi giorni si divede tra il ruolo di team manager della Uno-X Mobility e quello di ambasciatore della Arctic Race of Norway, corsa della quale ha vinto la prima edizione nel 2013.
«Sono orgoglioso di essere ambasciatore di una corsa ciclistica nel Paese più bello del mondo, specialmente quando il tempo è splendido come in questi giorni qui a Bodø. È importante per noi avere qui alcuni dei corridori migliori al mondo che si sfidano sulle nostre strade».
Siamo all’undicesima edizione dell’Arctic Race: come è cresciuta questa prova nel corso degli anni?
«E’ una corsa che sta crescendo anno dopo anno, il calendario delle corse è molto affollato ma i corridori sono felici di venire qui perchè è la nostra una corsa diversa dalle altre, in un paesaggio unico al mondo. E’ una gara molto ben organizzata, non ci sono grandi spostamenti logistici e poi avere uno staff come quello di ASO è sicuramente una grande garanzia, loro che sono gli organizzatori delle corse più importanti al mondo In più, questa è una corsa che permette di stare a stretto contatto con la natura e questo è qualcosa di davvero incredibile e unico».
Quest’anno, nella seconda tappa che si disputa oggi, è stato inserito anche un tratto gravel. Da cosa è nata questa scelta?
«Il gravel è sempre più parte integrante del nostro ciclismo, da qui la scelta di inserire qualche km di sterrato. Lo sport è intrattenimento e quindi è giusto aggiungere qualcosa di nuovo ed interessante alla corsa anche per gli spettatori».
Invece su cosa pensa che ci sia ancora da lavorare?
«Ci piacerebbe coinvolgere sempre di più le grandi formazioni con i loro migliori corridori e magari portare la corsa all’interno del circuito World Tour».