Colnago C60: la miglior bici del mondo o la più ambita?
“È fatta a mano?" mi chiede un ciclista osservando la mia bici. “È un telaio italiano?" Chiede un altro. Mi è successo quando mi sono presentato con la mia Colnago C60 ad un evento di beneficienza nel New England, Usa, questa estate. Quando passavo davanti agli altri ciclisti in sella alla mia Colnago la maggior parte dei commenti era "Wows".
Li capisco perché penso sia giusto dire che Colnago è il marchio di biciclette più famoso al mondo, unico e invidiato! Per rendere chiaro quello che penso potrei dire che la stessa cosa accadrebbe combinando Ferrari e Lamborghini nel mondo delle auto. Un mix esplosivo di bellezza e tecnologia.
D’altronde il Made in Italy è ancora forte nonostante negli ultimi anni le cose siano cambiate. L’Italia, nel mondo della bici, aveva quasi il monopolio. Al tempo dell’acciaio i telaisti italiani erano considerati maestri. Cosa che vale ancora oggi per quel materiale. Oggi il materiale dominante è il carbonio e quasi tutti i telai arrivano da Cina e Taiwan. Anche i marchi italiani di bici si sono adeguati. Di conseguenza, la leggendaria artigianalità italiana è stata in gran parte lasciata alle spalle. La Colnago C60 è il tentativo di riportarla in alto. Ed è un tentativo perfettamente riuscito!
L'azienda è stata fondata dal mitico Ernesto Colnago più di sei decenni fa. I telai fatti a mano da Colnago hanno dominato la scena negli anni Sessanta e Settanta, vincendo ori olimpici e mondiali ovunque, aiutando leggende del ciclismo come Eddy Merckx a battere il record dell’ora e a ottenere migliaia di successi nelle corse di tutto il mondo. Per quasi mezzo secolo molte squadre professionistiche hanno dominato la scena in sella alle biciclette Colnago (Molteni, Mapei, Rabobank, Tinkoff e moltissime altre). Colnago ha persino realizzato una bici per il Papa!
A Colnago, inoltre, si deve l’introduzione del primo telaio in carbonio nel mondo del ciclismo, il C40. Che è stato anche il primo telaio in composito a vincere una grande corsa classica, la Parigi-Roubaix del 1995. Questo telaio è stato definito da molti "una icona del ciclismo" "il telaio che ha iniziato la rivoluzione della fibra di carbonio". Alla fine ne hanno tratto vantaggio soprattutto i concorrenti globalizzati come Specialized, Trek e Giant, che lo hanno copiato.
Il C60 è una fuoriserie, lo paragono più ad un aereo da combattimento che ad un telaio da bici. Potrei anche definirlo F60, perché mi fa pensare ad un jet. Cosa ha di bello? Prima di tutto è interamente realizzato a mano nella città di Cambiago, Italia, sede della società. È il vero "Made in Italy". E poi la qualità della fibra di carbonio. Colnago usa il meglio. Pochi consumatori sanno distinguere i diversi tipi di materiale composito, pensano che il carbonio sia un tipo solo uguale per tutti. Colnago usa solo carbonio di qualità come i migliori marchi che producono auto e persino aerei, come Boeing e BMW tra quelli più conosciuti. Il C60 è un aggiornamento dei modelli precedenti con tubi e congiunzioni, l’ultimo in ordine di tempo C59. Non ho mai guidato la C59, ma quasi tutte le riviste specializzate dicono che la C60 è l’evoluzione positiva di quel telaio. L’unicità del C60 è data dalla sua costruzione. Oggi quasi tutti i telai sono monoscocca, un pezzo unico.
Colnago sostiene la costruzione a congiunzioni migliora le qualità di un telaio per bici, in tutti i sensi. In più, e la cosa vuol dire molto, può essere costruito in moltissime misure e persino a misura, come gli abiti sartoriali. La personalizzazione è totale. Ovviamente per questi motivi C60 può costare molto più di altri telai, ma sono soldi investiti benissimo. Vale la pena anche aspettare qualche giorno-mese per la consegna, dato che la maggior parte sono realizzati su ordinazione.
La Colnago C60 è senza dubbio la migliore bici che abbia mai utilizzato in vita mia e ne ho possedute molte tra le marche migliori. Il C60 che mi è stato dato in prova (per diverse settimane) si è rivelata una bici mostruosa. Veloce, affidabile, comoda, sicura. Mi ha messo immediatamente a mio agio, assorbe perfettamente gli urti provenienti dal fondo stradale, nonostante la sua rigidità. Quello che ho notato di più è stato il momento di transizione al termine di una salita, non appena la strada diventa piatta e riprendi a pedalare con vigore sembra di essere sparati in avanti come da un cannone. L'altra cosa che ho notato è stata la totale mancanza di fatica o dolore dopo una uscita. Questo significa che C60 è un vero telaio da corsa che si adatta perfettamente anche alle esigenze di chi, come me, non è un ciclista da competizione ma ama godersi il puro piacere di pedalare!
Larry Olmsted, Forbes