E’ una sorta di “flash-back” che riporta alla giornata di domenica 11 settembre 2016, data d’effettuazione della “Busto-Scopello”. Una manifestazione che non si colloca in nessun calendario, di nessun ente. E’ la 21^ edizione della pedalata da Busto Arsizio, l’industriosa città in provincia di Varese, già nota come la “Manchester d’Italia” (non per il calcio con la soprattutto una volta famosa Pro Patria, ma per la diffusa attività tessile che le hanno caratterizzate), a Scopello, piacevole centro della Valsesia, precisamente nella collaterale Valgrande, in provincia di Vercelli. E’ una pedalata libera, senza regolamenti e vincoli burocratici, una pedalata in amicizia che connota un momento importante, molto atteso, della stagione di molti e assidui pedalatori della zona di Busto Arsizio e dintorni. Fra questi anche “nomi” di rilievo di ex-professionisti, molti dei quali impegnati, quasi quotidianamente, in continue sfide per ribadire superiorità ciclistiche, con amici – ma competitori accaniti – quando sono in sella, che cercano, per contro, di mettere in difficoltà e smontare certi “miti” del passato.
Una sorta di “lotta continua”, senza implicazioni politiche però, con accesi risvolti ciclistici, quasi quotidiana, specialmente fra Alberto Della Torre, Carlo Galazzi, Marcello Bergamo, Marino Fusar Poli (part-time) – tutti accreditati di brillanti trascorsi agonistici – e una schiera d’appassionati della zona provenienti da diverse professioni che cercano di scalzare, o almeno incrinare, le certezze dei “campioni” (meglio usare le virgolette) con l’appassionato Gianni Bottigelli e il professionale Mario Broglia, dello staff di RCS Sport, in funzione di saggi, però sovente inascoltati, pacieri fra le due fazioni.
In quest’annosa tenzone la Busto-Scopello è, come si suole dire, un momento d’aggregazione e di tregua alle rivalità dichiarate. L’organizzazione i “corridori” (sempre virgolette d’obbligo) la confidano per intero alla signora Antonella Grassini, l’anima della manifestazione, dato che loro, i signori “corridori”, sono impegnati in bici…. - Di rilievo è stata anche la “quota rosa” dei concorrenti.
Sono stati oltre centoquaranta gli appassionati che sono partiti, alle otto del mattino, dalla Mostra del Tessile di Busto, mossiere il sindaco Emanuele Antonelli, per affrontare, di buona lena, senza esagerare però, soprattutto in sicurezza, i ….. chilometri del percorso, con il gruppo adeguatamente protetto dalle vetture di scorta dell’Alma Auto e dalle motociclette coordinate da Emilio Bernasconi.
Hanno pedalato in allegria con gli appassionati anche blasonati, più o meno recenti ex corridori e molti fra questi sono degli habitué della Busto-Scopello come Alberto Della Torre, il “principe” che ora ricerca la fatica sui pedali che, in gioventù, cercava di mitigare e rifuggire in vari modi, Gianni Motta, Italo Zilioli, Marcello Bergamo, ottimo corridore in gioventù e poi affermato imprenditore nel settore dell’abbigliamento ciclistico, Dino Zandegù e Stefano Allocchio. Quest’ultimo, al quale una leggenda metropolitana (ma non troppo…), imputa la colpa d’avere causato la decisione del suo Amico Giuseppe Saronni di lasciare l’agonismo e ritirarsi dalle corse dopo averlo visto, davanti a sé, su una breve salita. Proprio Allocchio, ora direttore di corsa nelle gare di RCS Sport, era uno dei più assidui frequentatori del “gruppetto” o “autobus” che dire si voglia, nelle tappe con salite dove cercano scampo alla tagliola del tempo massimo i veltri, diciamo i levrieri di pianura e i ghepardi delle volate.
La tabella di marcia della Busto-Scopello è articolata, con precisione quasi sospetta, per prevedere l’arrivo nel piccolo ma piacevole centro sulle sponde del fiume Sesia, a poco più di m. 650 di quota, dopo Varallo e prima di Alagna, ai piedi del Monte Rosa, nel cui territorio c’è la stazione sciistica dell’Alpe di Mera, proprio a mezzogiorno in punto. Primo a tagliare il traguardo, quale auspicio per il futuro, un undicenne, Filippo Passafiume, che ha pedalato nella parte maggiormente impegnativa, quella finale mentre un quindicenne, Matteo Mascheroni, ha compiuto l’intero percorso.
Scendere di bicicletta e mettere le gambe sotto la tavola è un attimo, tutt’uno, praticamente senza soluzioni di continuità con i commensali che superano abbondantemente quota trecento, doppiando i partecipanti in bicicletta. Amici e famigliari sono lì per recuperare i “corridori” per il rientro alle rispettive sedi e per una conclusione, sempre in amicizia, sempre in allegria, con l’intervento pure degli amministratori e dei molti amici di Scopello sulle tavole imbandite dai fratelli Alessandrini.
L’attesa è già per l’edizione del 2017 di questa “classica” della passione e dell’amicizia.
g.f.