Crescono le motostaffette, calano le scorte tecniche, crollano gli ASA
Dalla brochure del Giorno della Scorta, in programma a Faenza il prossimo 29 novembre:
Dati del Ministero dell’Interno, aggiornati al 15.8.15
ASA, PERCHE’ QUESTO TRACOLLO?
La categoria degli ASA (tabella azzurra) registra un inaspettato ridimensionamento. A partire dal 2008, anno dei primi corsi di formazione, gli ASA conoscono uno singolare sviluppo fino a raggiungere, nel 2013, la quota massima di 7.644 abilitati. Nel 2014 la rotta si inverte e in due anni gli ASA calano del 29% fino alle attuali 5.445 unità. L’Emilia-Romagna perde il 31% degli addetti, il Trentino il 37%, l’Abruzzo e l’Umbria il 45%, le Marche il 46%, il Piemonte il 73%, la Liguria il 77%. Minori perdite per le restanti regioni, con le accezioni di Lazio e Puglia che invece crescono. Basilicata, Campania, Molise, Calabria e addirittura anche il Friuli V.G., non hanno mai avuto abilitati ASA. Che sta succedendo? Questa figura non interessa più? Dove si sta sbagliando? Perché nessuno se ne preoccupa?
Organizzatori, Federazione e Ministero dell’Interno hanno una loro chiave di lettura del fenomeno? Confrontiamoci e, insieme, proviamo a capire cos’é giusto fare, visto che questa figura era nata per presidiare i percorsi di gara con volontari qualificati e dotati di poteri sostitutivi delle forze di polizia.
SCORTE TECNICHE IN CONTINUO CALO
Le scorte tecniche (tabella verde) nella loro evoluzione stanno segnando tre fasi: quella iniziale, dal 2003 al 2007, quando, complice il fatto che le abilitazioni venivano inizialmente rilasciate per soli titoli, il loro numero raggiunse la cifra massima di 5.340 ed una seconda fase, dal 2008 al 2011, quando, causa la rinuncia al rinnovo di molte abilitazioni per non volersi sottoporre al previsto esame, la cifra si ridusse a valori molto più credibili fino alle 1.980 unità. Risultato, che per quei tempi sembrava segnare la consistenza fisiologica e possibile della categoria.
Infine, una terza fase, dove le scorte tecniche, contrariamente alle previsioni, hanno comunque continuano a perdere pezzi, anno dopo anno, planando all’attuale quota di 1.637 abilitati. Meno 18% nel periodo 2012/2015, con una diminuzione media annua del 4,5%.
Oggettivamente, per chi s’interessa di sicurezza nelle gare ciclistiche, questa tendenza al ribasso non può piacere né lasciare tranquilli, anche se, ad onor del vero, non si conoscono situazioni in cui gli organizzatori abbiano lamentato di non aver potuto reperire le scorte tecniche prescritte dalle autorizzazioni o dagli organi di polizia.
Le cause di questa flessione e le eventuali terapie di recupero possono essere diverse, ma, in questa sede, ci limitiamo semplicemente a segnalare il problema, certi di un inizio di riflessione fra quanti hanno responsabilità e poteri su questo fronte, per evitare di trovarci impreparati in un prossimo futuro.
Motostaffette, piccola crescita e qualche ombra
Leggera crescita delle motostaffette abilitate in possesso della tessera FCI: 1.062 nel 2015, 1.023 nel 2014, 1.024 nel 2013.
Un quadro ormai consolidato, rappresentativo della forza di cui la FCI dispone per le proprie corse su strada, che nel frattempo, nello stesso periodo, sono diminuite di circa il 15%.
In diversi casi i numeri appaiono coerenti con la quantità di gare organizzate nelle singole regioni, in altri invece, data l’assenza o quasi di questo genere di tesserati, viene da chiedersi in che modo possa essere rispettato l’obbligo federale di utilizzare esclusivamente motociclisti tesserati, fino ad alimentare il sospetto che non tutti i direttori di corsa operino con coerenza e che le loro commissioni regionali eseguano i dovuti controlli.
Gli standard di sicurezza indicati dalla FCI vanno rispettati e con essi il lavoro anche di quanti agiscono con scrupolo sottoponendosi ai percorsi formativi, agli aggiornamenti biennali ed ai costi di moto equipaggiate in modo corretto.
Per il prossimo anno, fornire più attenzione a queste cose, sarebbe già un obiettivo.