Molti incidenti che coinvolgono ciclisti sono dovuti a mancate segnalazioni e fraintendimenti da parte degli automobilisti. Problemi dovuti a disattenzioni da ambo le parti, che si possono risolvere sia con un po’ più di attenzione sia con qualche aiuto che arriva dalla tecnologia. Come ad esempio il casco Lumos. Di cosa si tratta?
È un caschetto che può sembrare identico a migliaia di altri, ma che in realtà si “accende” letteralmente di nuove funzionalità. Conta infatti su una serie di LED posizionati in modo strategico su fronte, retro e sui fianchi per segnalare la presenza del ciclista e delle intenzioni di svolta. Il primo prototipo è stato svelato al convegno HackMIT 2013 da Eu-wen Ding e Jeff Chen e dopo diversi mesi di perfezionamento è stato ufficialmente ri-presentato.
Sul retro c’è una banda luminosa che segnala una frenata, proprio come nelle automobili, mentre sui lati ci sono le cosiddette “frecce” che indicano dove si vuole svoltare. Come funzionano? Nel primo caso il sensore rileva la decelerazione, nel secondo è lo stesso ciclista che attiva destra o sinistra tramite due pulsanti che si devono posizionare sul manubrio e che comunicano via radio con l’elmetto.
I LED sul fronte, invece, funzionano come un faretto che rimane costantemente acceso per segnalare la presenza, soprattutto di notte. Grazie all’utilizzo dei diodi a basso consumo, l’autonomia sarà di circa una settimana con 30 minuti di uso giornaliero e si ricaricherà la batteria in poche ore via USB.
Il caschetto (che ha ricevuto le certificazioni di sicurezza CPSC 16 CFR Part 1203 negli USA e EN1078 in Europa) è in raccolta fondi su KickStarter in due versioni da 85$ in promozione per i primi che lo supporteranno, poi 99$ per la seconda tornata di consegne e 119 per la terza. Se ne possono comprare due a 190 dollari.
Diego Barbera