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UN GIORNO AL CENTRO MAPEI - GALLERY
dalla Redazione | 03/09/2014 | 00:00

Modello per un giorno. Ivan Santaro­mita si è prestato per tuttoBICI a posare al nuovo Centro Ricerche Mapei Sport di Olgiate Olona (VA) provando dei macchinari e sottoponendosi ad alcuni test a disposizione nel Centro, a cui il varesino della Orica GreenEdge si affida per la preparazione da quando era junior e vestiva la maglia del Vc Mendrisio, sponsorizzato Mapei. Con l’ex tricolore siamo andati alla scoperta dei servizi che il Centro offre ad atleti professionisti del calibro di Cadel Evans, di team quali la Orica GreenEdge e la nazionale australiana, la squadra di calcio di Serie A del Sas­suolo, gli azzurri della Federazione Ita­liana Sport Invernali, solo per citarne alcuni, ma anche a chi pratica lo sport a livello amatoriale o a semplice scopo salutistico. Ad accompagnarci in questo percorso oltre a Santino, il dottor Claudio Pecci, Direttore Responsabile e Direttore Sanitario del Centro e i suoi collaboratori più fidati.

MAPEI

«Lo Sport Service MAPEI è nato nel 1996 a Castellanza, per supportare, con razionalità scientifica e con un preciso approccio etico gli atleti del Profes­sio­nal Cycling Team MAPEI - che per un decennio hanno dominato la scena del ciclismo internazionale - e quelli delle sue squadre satelliti» spiega Pecci.
L’attività del Centro si sviluppa lungo tre importanti direttrici:

1) Assistenza per lo sport
attraverso: analisi e ottimizzazione dei fattori della prestazione, valutazione dello stato di forma, pianificazione dell’allenamento, individuazione delle necessità per l’attività salutistica, analisi biomeccanica del gesto sportivo;

2) Ricerca applicata in ambito sportivo
, in quanto elemento fondamentale per l’approccio sempre innovativo e razionale alle numerose problematiche che la pratica sportiva comporta ad ogni livello;

3) Cultura sportiva
: divulgazione di co­noscenze scientificamente validate, per contribuire alla diffusione di un sempre più razionale approccio all’attività sportiva e salutistica, quale strada che consente di ottenere migliori risultati, non solo dal punto di vista agonistico, ma anche e soprattutto della tutela e del miglioramento del proprio stato di salute e di efficienza fisica.

SASSI

«Il Centro ha avuto origine dall’incontro fra il dott. Giorgio Squinzi, presidente di Mapei spa, e il Professor Aldo Sassi, metodologo dell’allenamento e allora emergente ricercatore nell’ambito della scienza applicata allo sport. Dall’idea iniziale di Squinzi di creare “una struttura in grado di supportare nel modo scientificamente più avanzato la preparazione del Professional Cy­cling Team MAPEI per ottenere i mi­gliori risultati possibili nel rispetto dell’etica sportiva e della tutela della salute dell’atleta”, grazie alla sintonia di pensiero con il Prof. Aldo Sassi, il progetto SPORT SERVICE MAPEI si concretizzò ufficialmente con l’inaugurazione della struttura nel 1998» prosegue Pecci.

Da allora la mission non è cambiata:

1) supportare gli atleti
nel conseguimento del loro lecito obiettivo: il raggiungimento della massima performance possibile;


2) trasferire la conoscenza acquisita
tramite le esperienze nello sport di vertice e professionistico a tutti i livelli: dilettantistico, amatoriale, propedeutico e salutistico;


3) agire mantenendo sempre un rigoroso approccio scientifico
e un assoluto rispetto dei valori etico-sportivi.
In oltre quindici anni di attività, sotto l’attenta guida del professor Aldo Sassi, l’azione del Centro di Castellan­za si è svolta a tutto campo sviluppando un contributo scientifico di ragguardevole spessore rivolto inizialmente al ciclismo e via via allargatosi ad un nu­mero sempre crescente di discipline sportive.

BILANCIA

Quali sono i primi passi per un atleta, nel nostro caso un ciclista, che bussa alla porta del Centro Mapei? Per prima cosa dovrà passare dallo studio del dottor Luca Mondazzi, responsabile del Servizio di Nutrizione per lo Sport e del Servizio di Dietologia per il Well­ness, per la stima della composizione corporea. Visita medica, plicometria e quanto serve per stabilire la condizione di partenza del paziente. Il dottore, in base al servizio richiesto e alla tipologia di atleta, fornirà delle indicazioni di massima o una dieta dettagliata, modulata in base alle esigenze fisiche e alle diverse fasi della stagione agonistica puntando sempre alla massima performance. «Ivan mi viene a trovare 10 vol­te all’anno, ma è uno dei più bravi» con­fida Mondazzi. «A un corridore del suo livello forniamo una dieta “per ca­sa” per l’inverno e più diete per il pe­riodo agonistico. Quando si allena in­di­cativamente deve mangiare in base alle ore di allenamento quotidiano. Se pedala due ore o cinque chiaramente dovrà reintegrare le energie spese in mo­do differente. Abbiamo stabilito inoltre diete differenti nei periodi di preparazione alle corse e per le diverse tipologie di gare: di un giorno, a tappe brevi e di tre settimane».

MOTORE

«Mi prendi al Sassuolo? Guarda che macchinoni hanno i calciatori, mica come quelli di un povero ciclista...» scherza Ivan con Ermanno Rampinini, responsabile del Laboratorio di Va­lutazione Funzionale, che segue tra l’altro la preparazione del Sassuolo e ci spiega come valutare la “cilindrata del motore” dell’atleta. La valutazione fi­siologica inizia con un test di valutazione del massimo consumo di ossigeno e soglia ventilatoria. Mentre San­ta­romita inizia a pedalare, un tecnico setta il ci­cloergometro o il tapis roulant, verifica la precisione del misuratore di potenza e calibra il metabolimetro tramite l’utilizzo di due bombole con diversa percentuale di ossigeno. Rampinini ci illustra la metodologia che seguiremo: «Dopo 15’-20’ di riscaldamento, Ivan si sottoporrà a uno sforzo incrementale massimale. Partirà pedalando 5’ a 100 watt (per un amatore si inizia da 75 watt, ndr), aumentando la potenza prodotta di 25 watt ogni minuto finchè non riuscirà più a tenere la frequenza prestabilita di 95 pedalate (90 per un amatore, ndr). I valori chiave che analizzeremo sono: la frequenza cardiaca, la soglia ventilatoria e il massimo consumo di ossigeno. Il metabolimetro ci permette di analizzare respiro per respiro l’ossigeno consumato e l’anidride carbonica prodotta dall’atleta. In Mapei abbiamo la possibilità di confrontare i risultati di ogni test con delle tabelle di riferimento che sono state redatte basandosi sui dati dei tantissimi atleti professionisti e amatori che sono passati di qui negli anni».

Precisazione: nei test fatti in laboratorio si producono potenze più basse ri­spetto a quelle che si possono sprigionare su strada. Outdoor ci sono infatti molte variabili poco controllabili che influenzano la capacità prestativa dell’atleta: ad esempio la temperatura dell’aria piuttosto che le fasi di pedalata fatte fuori sella influiscono significativamente sulla potenza sviluppata e sul­la produzione del lattato. In laboratorio è più facile controllare questi aspetti e i test diventano maggiormente ripetibili e quindi più affidabili nel tempo.

Una curiosità: il famoso “test Conconi” che negli anni ’90 andava per la maggiore resta una valutazione applicabile, anche se bisogna ricordare che oggi è possibile utilizzare strumentazioni più precise ed affidabili. La valutazione fi­siologica può anche essere effettuata tramite il test del lattato (test di Ma­der), molto diffuso nei team professionistici per la sua semplicità e velocità di utilizzo, oppure con varie tipologie di test di sprint per gli atleti veloci.

POSIZIONE

Per pedalare come si deve bisogna ave­re la giusta posizione in sella. Ci affidiamo per questo ad Andrea Morelli, responsabile del settore ciclismo di Ma­pei Sport e soprattutto del laboratorio di analisi del movimento che allena personalmente Ivan Santaromita dal 2009.

Con lui entriamo in una sala dotata di un sistema di videoanalisi che permette di ricostruire in tre dimensioni tutti i movimenti dell’atleta in modo estremamente preciso grazie ad otto telecamere a raggi infrarossi. Queste telecamere ad alta velocità raccolgono i dati con una frequenza di campionamento di 250 punti al secondo, circa 8 volte più velocemente di una telecamera video classica. «Il test di posizionamento in sella, nato dall’esperienza quasi ventennale iniziata con gli atleti professionisti Mapei, dura circa due ore» racconta Morelli mentre applica sul corpo di Ivan dei marker catarifrangenti, che riflettendo i raggi infrarossi emessi dal­le telecamere permetteranno di ricostruire al PC il movimento dell’atleta con una elevatissima precisione. I mar­ker, posizionati su punti di repere ossei ben definiti, dopo essere stati “tracciati” ossia dopo il riconoscimento del soft­ware di analisi, permettono di visualizzare il modello in 3D del soggetto e le traiettorie di ginocchia, caviglie, talloni... «Il protocollo che abbiamo messo a punto mettendo in relazione le più comuni patologie del ciclista con la posizione in sella, ci permette di ottimizzare l’assetto attraverso la misura degli angoli articolari, la valutazione degli assi di movimento sui diversi pia­ni, per vedere per esempio se il bacino risulta inclinato oppure ruotato oppure l’escruzione medio-laterale delle ginocchia e, nel caso si utilizzi l’elettromiografia di superficie, studiare anche l’attivazione muscolare. Un ergometro strumentato permette inoltre di valutare se durante la pedalata si utilizza più un arto del controlaterale. Dopo un incidente, oppure nel caso ci siano dismetrie degli arti, l’abbinamento dell’analisi cinematica e della misura delle spinte permette di monitorare in modo più preciso la risposta dell’atleta alle modifiche della posizione piuttosto che seguire in modo attento ed oggettivo come procede la riabilitazione. Ma non finisce qui. Il sistema di posizionamento permette di confrontare in modo molto accurato la posizione in sella su diversi mezzi: a distanza di mesi o anni oppure in modo quasi istantaneo è pos­sibile confrontando gli angoli di la­voro salvati nei test precedenti quando l’atleta cambia telaio, sella, scarpe o il manubrio. Di Ivan per esempio ho dati dal 2009 e quando è passato dalla Li­quigas a BMC e da questa alla Orica abbiamo fatto attenzione che, cambiando la componentistica, la sella e le calzature la sua posizione non venisse compromessa».

Il segreto per la posizione perfetta è mediare tra sicurezza ed efficienza. Bi­sogna ridurre o prevenire patologie da sovraccarico alle ginocchia oppure do­lori cervicali e lombari (il “dolore al ginocchio” comune nei ciclisti, spesso è dovuto a sovraccarico della rotula oppure delle strutture molli del ginocchio, ed in genere è originato da una sella troppo bassa o troppo avanzata; tensione ai muscoli posteriori della co­scia oppure alle strutture tendinee po­steriori del ginocchio da una sella troppo alta oppure da una non corretta re­golazione della rotazione della tacchetta), in secondo luogo ricercare l’aerodinamicità (fondamentale con la bici da cronometro) ed il comfort.
Questo è uno dei test più in voga tra i cicloamatori. Al Centro Mapei vengono eseguite 250-300 posizioni all’anno.

ALLENAMENTO

Ora non ci resta che pedalare seguendo i consigli dei tecnici del Centro Mapei spe­cializzati oltre che nel “nostro” amato ciclismo, nella corsa, negli sport motoristici, nel golf e chi più ne ha più ne metta. Sulla base delle valutazioni effettuate, vengono realizzati programmi di allenamento individualizzati e programmi di preparazione atletica specifici per ogni attività sportiva.

Sport Service Mapei svolge ormai da alcuni anni attività di ricerca, di supporto valutativo e di consulenza in al­cune discipline di squadra, come calcio, pallavolo e pallacanestro. Per queste discipline sono stati messi a punto appositi pacchetti di valutazione - ri­guardanti sia le componenti aerobiche, sia quelle anaerobiche - eseguibili di­rettamente sul campo di allenamento in poche ore. E visto che non possia­mo/dobbiamo diventare tutti campioni, sono a disposizione specifici percorsi di screening e di valutazione per coloro che praticano o intendono praticare at­tività sportiva unicamente a scopo salutistico - ad ogni età - al fine di individuare le discipline più adatte per ciascun soggetto. Mapei si rivolge oltre che ai singoli anche alle aziende con una gestione dell’attività individualizzata nelle palestre aziendali.

«Insomma se volete praticare sport co­me si deve sapete a chi rivolgervi». Pa­rola del nostro modello per un giorno, Ivan Santaromita.

Giulia De Maio - foto di Pier Maulini da tuttoBICI di Agosto

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