Un gesto simbolico, che vuole esprimere l'importanza delle persone che visitano il Museo del Ghisallo. Così il generale in pensione Angelo Giacomino ha donato la prima maglia dell'Esercito Compagnia Atleti della celebre caserma di Viale Suzzani a Milano. Un pensiero dedicato agli spazi storici del Museo apprezzato dal Presidente della Fondazione Antonio Molteni che si è detto onorato di ricevere questo cimelio e della presenza dell'amico Giacomino. Un valore aggiunto alla enorme e prestigiosa collezione di maglie che con orgoglio e passione è custodita nelle bacheche dedicate allla storia del ciclismo mondiale.
E naturalmente non sono mancati i ricordi legati a quella storica maglia blu con al centro una fascia rossa in cui in bella mostra spicca la scritta ESERCITO. Una maglia indossata da migliaia di ciclisti, che sotto il comando del Comandante Gen.Umberto Raza, nel periodo tra il 1964 e il 1976, è stata portata con onore e rispetto da Moser, Baronchelli, Battaglin, Beccia, Polini, Pettenella, Bettoni, Landoni, Foresti e Borgognoni tanto per citarne alcuni. E con il tenente Angelo Giacomino, passato alla guida della Compagnia dal 1977 al 1989, le stellette di Viale Suzzani hanno brillato con tre campioni del mondo su strada, Argentin, Bugno e Fondriest e con i due pistards iridati Dotti e Amadio. Così come i nomi di corridori illustri quali Visentini, Contini, Chiappucci, Bontempi, Martinello, Allocchio, Rosola, il compianto Casartelli, Bincoletto, Scirea, Spreafico, Colombo, Saligari, Antonio e Alberto Saronni, Belli, Montani, Giovenzana e molti altri. Da ricordare inoltre Zanini, Volpi, Bramati, Piva oggi apprezzati direttori sportivi in squadre del World Tour, il cittì della pista nazionale Marco Villa, il presidente della FCI Cordiano Dagnoni del Comitato Lombardo Stefano Pedrinazzi, fino agli ex tecnici Di Rocco, Zanazzi, Messina e Introzzi.
Tutti sono passati dall’ormai ex caserma, tutti hanno scritto una pagina di storia con le loro imprese e i loro risultati in età giovanile, per poi diventare campioni celebrati. Tutti sono stati uomini di valore, perché uomini con valori.