L’ultimo canto Thibaut Pinot ha deciso di farlo al Giro di Lombardia, ultima Classica Monumento dell’anno e gara che ha vinto nel 2018, anno in cui il traguardo era sul lungolago di Como.
E’ stato un corridore unico nel suo genere e nel suo Paese, la Francia, è stato definito l’ultimo dei cavalieri romantici, forte e sfortunato, dallo sguardo malinconico e spesso assorto in quei pensieri che nessuno è mai riuscito a penetrare. Nato nella regione della Borgogna-Franca Contea, Pinot ha deciso di dire addio al mondo del ciclismo e così a 33 anni e con 33 vittorie in carriera il ragazzo originario di Mèlisey, cittadina che fa parte della comunità dei mille stagni, ha deciso di scendere dalla bici. Pinot è un corridore fedele ai propri principi e per questo ha deciso di correre per 14 anni con la stessa squadra: la Groupama FDJ sotto la guida di Marc Madiot, che come un padre lo ha accompagnato fino al suo ultimo traguardo.
Quando si parla di Thibaut, vengono in mente le sue battaglie in salita, la testa bassa sul manubrio e i denti stretti per il dolore alle gambe e quell’ultimo colpo di pedale per raggiungere il traguardo. Acclamato dai francesi è senza dubbio uno dei corridori più seguiti negli ultimi 20 anni, capace di essere amato più di quei suoi connazionali che hanno totalizzato più vittorie di lui. In un bellissimo articolo pubblicato su L’Equipe a firma di Jean-Luc Gatellier si trova una definizione perfetta per questo corridore, incredibilmente forte, ma che spesso non è stato in grado di sfruttare le proprie capacità, a causa di quel suo carattere selvaggio e testardo e che ,anche nella sofferenza non si è mai risparmiato. «Thibaut Pinot è molto forte fisicamente. Se avesse avuto la forza mentale e l’intelligenza di Bardet, meno forte fisicamente, avrebbe sicuramente vinto più di un grande giro». A maggio il francese ha vinto la maglia di miglior scalatore al Giro d’Italia e può vantare successi di tappa nei tre grandi giri, ma non è mai riuscito a portare a casa la maglia di vincitore.
Sabato per lui c’è stata festa grande, qualcosa difficile da vedere, perché per salutare il ragazzo di Mèlisey sono arrivate persone da tutta la Francia. A capitanare il tutto c’era il CUP (Collectif Ultra Pinot), guidati dall’immancabile Remì che per anni ha intonato icori lungo le strade attraversate da Pinot.
La festa non ha visto unirsi insieme solo i tifosi della Groupama FDJ e del CUP, ma anche tanti appassionati francesi. Per questo storico saluto sono arrivati anche studenti universitari francesi che si trovavano in Lombardia e Piemonte per il progetto Erasmus e anche transalpini che da anni risiedono in Italia. La festa è iniziata il venerdì notte con centinaia di ragazzi che hanno dormito in macchina e anche in terra per non mancare a questa festa così unica, ma c’erano anche famiglie intere, con nonni e figli per essere presenti all’ultima corsa di questo autentico eroe francese.
Il sabato mattina dopo il saluto a Como, tutti i francesi, ma anche alcuni italiani e qualche simpatizzante belga, si sono trasferiti a Bergamo, sull’ultima salita dove è stata organizzata la “curva Pinot”.
Prima del passaggio dei corridori a rendere omaggio a quella tifoseria così colorata e rumorosa, è arrivato Marc Madiot in persona accompagnato dalla sua famiglia. Il general manager della Groupama-FDJ e la sua famiglia a bordo di una macchina hanno raggiunto i tifosi e dal tetto dell’auto Madiot con un megafono si è unito ai canti dei tifosi e ha poi invitato tutti al pullman della squadra per un saluto finale. Poi il dirigente è sceso dalla vettura e si è unito per alcuni minuti ai balli organizzati sul posto e dopo una birra ha ripreso la corsa in auto per seguire la sua squadra. Madiot in Francia è conosciuto non solo come dirigente sportivo ma anche per aver vinto tanto come ciclista e nel suo palmares ci sono due vittorie alla Parigi-Roubaix grazie alle quali, gli è stato conferito il soprannome di Monsieur pavé.
Tutta la giornata è stata dedicata a Pinot e ai tifosi non importava il nome del vincitore di giornata, perché loro erano lì solo per Thibaut, per salutarlo nella sua ultima corsa.
C’è stato per lui il regalo da parte di RCS, che gli ha donato una capretta di nome Vittoria e che adesso vivrà nella sua fattoria a Mèlisey e un video con il saluto del plotone, dove tanti corridori in segno di amicizia, hanno voluto dedicargli un saluto.
Dopo aver tagliato il traguardo a Bergamo con i suoi compagni, Pinot è stato raggiunto da tutti i suoi al pullman, per quel saluto che per molti è solo un arrivederci.
Erano centinaia le persone intorno al pullman della squadra che hanno cantato a pieni polmoni finche Thibaut non è sceso dal pullman, indossando una maglia speciale, quella che Madiot ha regalato a staff e corridori, con il numero 14, perché tanti sono gli anni che ha trascorso indossando i colori della Groupama-FDJ.
Ogni corridore della squadra ha voluto fare una dedica pubblica e poi è stato il turno di Madiot, commosso, perché per lui Thibaut è più di un corridore e negli anni lo ha portato avanti come uno di famiglia. « No, voglio che questo sia l'inizio di qualcosa – Ha urlato Madiot - Qualcosa di grande, molto grande». Gli occhi di Pinot, increduli guardavano quello spettacolo tutto per lui, quell’onore che viene riservato solo ai grandi campioni. Poi è stato il suo turno e con il megafono in mano e il sorriso ha intonato quel canto, per lui l’ultimo, che per anni i suoi tifosi suonavano ad ogni sua corsa. Poi il silenzio, e due bambini che da in mezzo alla folla gli hanno consegnato una lettera e un disegno con una frase importante che si è sentita dall’alba al tramonto: Mercì Thibaut.