Certi amori fanno giri immensi e poi ritornano, diceva qualcuno. Nel 2023, a distanza di nove anni, la Cofidis è tornata a pedalare le Look. Squadra francese, bici francesi. Quella che stanno usando i corridori al Giro d'Italia, e che usano da inizio stagione, si chiama provvisoriamente Prototipo, poiché il nome vero sarà svelato il mese prossimo, quando cioè la bicicletta sarà presentata ufficialmente e messa sul mercato. La Prototipo qui al Giro è già "finalizzata" per quanto riguarda design e soluzioni tecniche esterne: carri, foderi, forcelle, reggisella, manubri etc etc. Rispetto alla versione commercializzata a fine giugno potrà cambiare esternamente solo la livrea, e internamente qualche componente come i cuscinetti.
«Di Look apprezziamo tantissimo l'abnegazione con cui lavorano per l'evoluzione della bici da corsa e i corridori sono molto contenti di questo "Prototipo" - ci ha confidato l'altroieri Jean-Luc Jonrond mentre era alla guida della seconda ammiraglia Cofidis nella tappa da Bra a Rivoli -. Insieme a Look oltre dieci anni fa vincemmo tappe e maglia degli scalatori alla Vuelta a España, oggi loro sono i fornitori della Nazionale francese su pista che l'anno scorso ha vinto i Mondiali nella velocità con Mathilde Gros. Un doppio fronte lavorativo che porta con sé una caratteristica ben precisa: questa bici è disegnata per guadagnare il massimo in termini di rendimento...»
E qui interviene dal sedile posteriore il meccanico Franck Laurance: «Il punto forte di queste biciclette è proprio l'aerodinamica, avevamo bisogno di imprimere un'accelerata alle prestazioni per stare al passo con un gruppo che pedala sempre più forte. E Look ci è venuta incontro: grazie anche alla loro esperienza su pista, hanno realizzato una bici rapidissima. Oltre a questo, apprezziamo la varietà nel settare i profili delle ruote per essere all'altezza di qualsiasi tipo di percorso. Che pneumatici usiamo? In gara copertoncini, a cronometro e in allenamento i tubolari.»
In effetti, basta guardare il telaio monoscocca in carbonio e il reggisella aero per rendersi conto che le parole dei due tecnici non sono "promozionali" ma concrete: leggerezza e compattezza sono le due parole chiave che si materializzano all'occhio. In una parola: velocità. Nella direzione dell'aerodinamicità "spinta" vanno pure il manubrio integrato e i pedali Keo Blade Carbon. Scelte tecniche pienamente coerenti per una squadra che ha in stradisti-pistard come Benjamin Thomas e Simone Consonni alcuni dei suoi uomini di punta.
Coincidenza, mentre con Jonrond e Laurance constatavamo tutto ciò, nel profondo nord della Francia Benjamin Thomas batteva i danesi Larsen e Asgreen nella cronometro della Quattro Giorni di Dunkerque. Più che noblesse, vitesse oblige.