Due maglie gialle, Tour de France 1938 e Tour de France 1948. E una maglia tricolore, Campionato italiano 1952. Tre maglie originali di Gino Bartali. Da Gino Bartali alla Chiesa di San Petronilla di Siena. Donate e benedette, finalmente restaurate ed esposte nella Cappella di Santa Teresa del Gesù Bambino. Ieri la presentazione alla stampa, oggi alle 18.45 quella al pubblico. Se gli sterrati fuori porta sono state battezzate le Strade Bianche, questa ecclesiastica dentro chiesa potrebbe essere considerata la strada del paradiso.
Le maglie sono simboli, bandiere, icone, sono passaporti, password, codici, sono memorabilia, reliquie, memorie. Ma quelle di Gino il Pio sono quasi sacre sindoni. Questa storia cominciò il Ferragosto del 1935, quando Bartali aveva 19 anni e non aveva vinto ancora nulla, e a Vallombrosa conobbe don Bruno Franci, un prete appassionato di sport, ciclismo in particolare. Fra i due nacque una profonda amicizia, consolidata dalla fede, ma irrobustita anche dalla frequentazione: quando Gino passava per la città, cercava un incontro o almeno un saluto con don Franci, e gli incontri si moltiplicavano quando Gino si recava nel suo villino a Vico Alto, a nord di Siena (ora Siena nord). E nel 1938 dopo la prima vittoria al Tour, nel 1948 dopo la seconda (a dieci anni di distanza, un primato ancora imbattuto), e nel 1952 dopo il terzo titolo italiano, Gino regalò le sue maglie come per sdebitarsi di tanto privilegio e condividere tanta felicità. Pare che cittadini e parrocchiani festeggiarono gli appuntamenti con spontanee processioni cicloreligiose.
Le maglie giacevano alla mercè del tempo e al rischio dei tarli. E in questo caso le preghiere non fanno miracoli. Così Gabriele Maccianti e Benedetto Bargagli Petrucci si sono animati, Giancarlo Brocci si è adoperato, Opera Laboratori ha prestato la sua competenza tecnica e artistica, ed ecco l’esposizione grazie a un comitato che si è preso a cuore il tesoro bartaliano.
La piccola storica mostra propone, oltre alle tre maglie con tanto di dorsali ancora attaccati ai tessuti, anche le intestazioni dello stesso Bartali (“A S. Teresa del B.G. offre Gino Bartali la maglia tricolore del suo terzo campionato Italiano premio e frutto di fede - di Volontà e di Sacrificio - di Valore – 1952”), una copertina della “Domenica del Corriere” del 22 marzo 1953 in cui ci celebra la consegna della preziosa teca, e un’immancabile immagine dello scambio della borraccia fra Coppi e Bartali (o fra Bartali e Coppi).
Lassù qualcuno lo amava. Bartali, ovviamente. E si capisce perché.