Maleducazione e distrazione sono le due principali cause di incidenti stradali, e quando le vittime sono ciclisti riscontriamo danni gravi e spesso permanenti. Ciò premesso, a peggiorare la situazione sulle strade è la poca conoscenza delle regole sulla circolazione, e molti utenti compiono manovre nella convinzione di essere nella ragione.
Quando in gioco c’è la salute vige un principio generale e valido per tutti, che è quello della prudenza e del buon senso, che deve sempre fare propendere per la condotta meno pericolosa.
Dopo aver analizzato gli obblighi di viaggiare in fila indiana, di tenere la destra e applicare le luci (norme che entrano in contraddizione tra loro se si considera che da una parte impongono la visibilità con le luci e dall’altra invitano a mimetizzarsi fino all’invisibilità stando sull’estrema destra in fila!), passiamo a tre norme di cui la prima risulta fonte delle più accese discussioni: OBBLIGO CICLABILE, NO CELLULARE, MANI SUL MANUBRIO.
1) PISTE CICLABILI… QUALI OBBLIGHI
Questo argomento si gioca il traguardo al fotofinish con l’obbligo della fila indiana, utilizzati come uno scudo giuridico dagli automobilisti dopo che hanno investito il ciclista: eh certo che anche voi ciclisti però!
Vi è però subito da fare un distinguo tra piste ciclabili e piste ciclo/pedonali perché l’obbligo di legge, per quanto discutibile, vige solo per le piste ciclabili, vale a dire riservate esclusivamente ai ciclisti.
Sulle ciclopedonali invece, poiché promiscue, non vi è obbligo per il ciclista di percorrerle, con una riflessione: quante piste possono dirsi esclusivamente riservate ai ciclisti in Italia, ovvero senza pedoni, cani al guinzaglio, ed altri utenti che vi passeggiano o soggiornano? Partiamo quindi da un dato di fatto: chi deve utilizzare la bici per scopo sportivo non può, senza pericolo, allenarsi sulle piste ciclabili per come oggi concepite!
Gli automobilisti ritengono invece fuorilegge il ciclista che stia sulla strada veicolare in presenza di una pista ciclabile, senza che rilevi la pericolosità della pista, la promiscuità, l’impraticabilità oggettiva (cattiva manutenzione).
L’utilizzo della bicicletta per svolgere attività sportiva ha regole proprie, velocità spesso vicino a quelle dei veicoli a motore e pericoli maggiori: lo sport del ciclismo si svolge anche in gruppo, a ruota, ad alte velocità, tutte circostanze che vedrebbero altamente pericoloso solo immaginare che si svolgessero su una pista ciclabile, benché loro riservata.
Nella nostra casistica abbiamo riportato numerosi incidenti avvenuti proprio sulle piste ciclabili, tra bici e pedoni, tra bici e cani, tra bici, quindi riteniamo il tema piuttosto urgente e scottante, auspicando che la carreggiata veicolare possa un giorno sacrificare spazio alle auto (costringendole a moderare la velocità) a vantaggio delle biciclette, in quel caso protette e autorizzate a percorrerla.
Un Circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 19 gennaio 2009 ha precisato che in caso di pista ciclopedonale, non sussiste l’obbligo di circolazione per i velocipedi di cui al comma 9 dell’art. 182 C.d.S.
La multa per chi trasgredisce può arrivare a 168 euro ma ciò non significa che in caso di incidente l’automobilista che avesse mancato uno stop o effettuato un sorpasso azzardato (senza misure cautelari) abbia esonero di responsabilità o questa possa essere mitigata dal fatto che il ciclista non stesse percorrendo la pista a lui riservata!
2) SONO AL TELEFONOOOO
In BICI anche no! Anche se consentito l’uso di un auricolare, sebbene in bici, ci sentiamo di sconsigliarlo vivamente, di riporre il cellulare in tasta, possibilmente con la disconnessione e godetevi il viaggio!
Quante parole potremmo sprecare sul tema Cellulare alla guida, un divieto ignorato, una delle norme meno applicate di sempre: automobilisti, motociclisti e purtroppo anche i ciclisti sulla stessa barca, ne fanno uso in modo sconsiderato durante la guida, ponendo sé e gli altri in situazioni di pericolo estremo.
Questo richiamo vale quindi per tutti gli utenti della strada, invitando alla prudenza alla coscienza e Ricordiamo che di norma l’utilizzo improprio del cellulare è sempre vietato, in auto, in moto, in bici, perché fonte certa di distrazione, fortemente pericoloso per chi lo dovesse utilizzare durante la guida di qualsiasi veicolo.
In attesa di una riforma che dovrebbe inasprire le pene per gli automobilisti distratti dall’uso del telefonino alla guida, il codice della strada sanziona già questa cattiva abitudine.
In bicicletta però il telefonino si può utilizzare, purchè con un solo auricolare. Con le strade e il traffico odierno il nostro consiglio è ovviamente di eliminare qualsiasi elemento di disturbo, o di possibile distrazione, quindi di riporlo nel taschino per le sole emergenze e godersi l’allenamento o il giro in bici senza tentazioni, selfie, musica.
Quindi, mani sul manubrio e niente distrazioni, e ricordarsi che l’uso del cellulare resta una delle cause più frequenti di incidenti, sia in auto sia in bici, perché inevitabilmente toglie lo sguardo dalla strada e dai pericoli. La sanzione è fino a 161,00 € per i ciclisti (niente sottrazione punti della patente).
3) TESTA SULLE SPALLE E MANI SUL MANUBRIO
Il monito viene sempre dall’art. 182, che impone di avere libero l’uso delle braccia e delle mani e di reggere il manubrio almeno con una mano. Consentito quindi liberare una delle due mani, ad esempio per prendere la borraccia o una barretta dalle tasche, ma sempre con molta prudenza e considerando il secondo obbligo:
“devono essere in grado in ogni momento di vedere liberamente davanti a sé, ai due lati e compiere con la massima libertà, prontezza e facilità le manovre necessarie”.
In bici è d’obbligo prestare sempre a massima attenzione, e in caso di incidente una leggerezza potrebbe costare non solo il danno ma anche un mancato risarcimento.
Ovviamente deve emergere un nesso causale tra la disattenzione del ciclista e l’incidente, ad esempio qualora l’automobilista abbia posto in essere le misure cautelari in fase di sorpasso (cosa rara ma talvolta succede!) ed il ciclista avesse sbandato perché stava pedalando senza tenere le mani sul manubrio in modo del tutto imprudente.