Colpi di calore e Covid, sono questi i pericoli principali con i quali i corridori avranno a che fare nei prossimi giorni. E’ iniziata la settimana più calda del Tour de France e i corridori dovranno idratarsi bene per non avere problemi fisici importanti. Le temperature saranno sopportabili in quota, ma quando i corridori attraverseranno le valli, il pericolo sarà reale.
Il corpo si surriscalda e l’organismo va in sofferenza e bisogna essere bravi nel dosare liquidi e zuccheri, per evitare un effetto diuresi o un abbassamento veloce della glicemia. Gli atleti dovranno fare attenzione anche alle ustioni provocate dall’esposizione al sole, un problema anche questo, di cui in pochi sono a conoscenza.
Le temperature elevate sono nemiche degli sportivi e questo lo ricorda bene Pieter Serry, il trentatreenne della Quick Step-Alpha Vinyl, che nel 2013 fu costretto ad abbandonare il Giro di California proprio per un colpo di calore. Durante quella giornata le temperature erano molto elevate e il corridore della Quick Step cadde a terra in prossimità del traguardo. Aveva affrontato una salita poco prima del finale e ricorda di aver preso una bibita e non degli zuccheri, questo aumentò la diuresi e fece scattare il malore al corridore. Serry cadde e sul corpo gli vennero messi subito dei cubetti di ghiaccio per far scendere la temperatura, prima di portarlo in ospedale dove venne reidratato.
Durante quel 14 maggio del 2013, la corsa arrivava a Santa Clarita e mentre Sagan tagliava il traguardo vittorioso, alle sue spalle i corridori cadevano per il caldo. Non solo Serry fu costretto a ritirarsi, ma ci furono altri corridori che abbandonarono la corsa stremati e alcuni riportarono ustioni sul corpo. ll corpo produce più calore attraverso lo sforzo rispetto a quello che può dissipare. Quello può essere il caso di una scarsa ventilazione o di una temperatura ambientale troppo elevata. Quindi il surriscaldamento non dipende solo dai raggi solari, ma anche dalla capacità dell’organismo di raffreddarsi. Tutti ad esempio ricordano i gilet con ghiaccio usati al Mondiale in Qatar, oppure i collant di nylon con dentro cubi di ghiaccio che i corridori mettevano sotto le maglie durante Strade Bianche del 2020 quando la corsa, a causa del Covid, venne spostata in agosto. A
lcuni medici sportivi, riguardo ai colpi di calore e alla disidratazione, sostengono che quando arriva il sintomo, sete o urine scure, il danno è stato già fatto e che l’organismo ha iniziato il suo processo di sofferenza. Secondo alcuni studi, una persona normalmente può perdere tra 100 ml e 8 litri di liquidi in un giorno, quando ci sono alte temperature: per gli atleti questi valori salgono e possono perdere un litro e mezzo di acqua all'ora a temperature elevate. In un giorno di corsa con temperature alte, un corridore può perdere anche 12 o 13 litri. Il ciclista non perde solo liquidi, ma anche sali ed è per questo che con l’acqua integrano i Sali, affinchè non ci sia uno scompenso con gli elettroliti. Carenza di liquidi e sali, portano dunque a disidratazione, surriscaldamento e crampi muscolari. In casi estremi, si verificano compromissione della coordinazione, insufficienza d'organo o persino aritmie cardiache.
In questo Tour de France così agguerrito, i corridori non devono fare i conti solo con caldo e perdita di sali, ma anche con il Covid, che sempre di più sta diventando padrone della corsa. I primi ad essere preoccupati ancora una volta sono i corridori che, dopo i risultati dei test fatti da Aso, sono un po’ scettici. I test hanno dato risultati negativi su tutti i corridori, ma già il giorno dopo le squadre hanno evidenziato delle positività, con Majka è risultato positivo e può continuare a correre perché la sua carica virale è bassa, mentre Bennett è stato costretto ad abbandonare la corsa. I ciclisti si interrogano e pensano prima di tutto alla propria salute e dopo al successo sportivo. Fino ad aprile se un corridore era positivo veniva fermato e sottoposto a test cardiaci importanti e oggi, invece, se vieni trovato positivo con carica virale bassa, puoi rimanere in corsa.
La percentuale sulla carica virale viene rilevata esclusivamente con tampone molecolare e test sul sangue. Al Tour vengono eseguiti i tamponi molecolari quando la positività viene rilevata dal test rapido e, in base al risultato ricevuto, si stabilisce la quantità di carica attiva nell’organismo, ovvero se il soggetto può essere più o meno contagioso.
Naturalmente nessuno mette in dubbio la serietà dei test o la sicurezza dei corridori, ma mentre il pubblico da casa si gode uno spettacolo straordinario, come solo il Tour sa regalare, i corridori sono dubbiosi e preoccupati.