Manca ormai pochissimo all’inizio del Tour de France, tra alte temperature e frenesia possiamo dire di essere pienamente entrati in perfetto clima Grande Boucle. Ognuno la sta vivendo a modo suo tra pronostici e pianificazioni e anche la Marvel ha voluto essere della partita facendo vincere la corsa tappe francese francese a Loki di Asgard, il dio delle malefatte, fratello di Thor. Ma cosa c’entra Loki con la Grand Boucle?
Nella mitologia nordica, Loki è il dio dell’inganno, ma è anche uno dei più amati personaggi dei fumetti di casa Marvel creati da Stan Lee. In queste settimane è il protagonista dell’omonima serie televisiva presente su Disney plus, un progetto che sta facendo segnare il record di visualizzazioni. La vicenda ha come protagonista Loki, interpretato da Tom Hiddleston che, dopo aver rubato il tesseract durante i fatti di “avengers: endgame”, si ritrova intrappolato nel quartier generale della TVA (time variance Authority), organizzazione che ha il compito di sistemare il flusso del tempo e punire chi tenta di modificarlo. Il dio delle malefatte è costretto a collaborare per catturare le altre versioni di se stesso presenti nel multiverso che hanno assunto le più svariate forme ed hanno creato diverse linee temporali.
Nella seconda puntata dal titolo “la Variante”, l’agente Mobius, interpretato da Owen Wilson, mostra al personaggio di Tom Hiddleston le numerose versioni di Loki già catturate; c’è quella con le sembianze di gigante di ghiaccio, quella di guerriero vichingo e addirittura una sportiva che suscita al protagonista un’espressione meravigliata. Nell’ologramma ritraente la variante L1247 possiamo vedere Loki che saluta festante il pubblico, è vestito di tutto punto con un paio di pantaloncini verde e nero, colori tipici del personaggio, ed una scintillante maglia gialla. Tra le mani stringe l’immancabile Coupe Omnisport, il trofeo consegnato ai vincitori del Tour. Il dio delle malefatte sembra proprio averle pensate tutte, senza sponsor a supportare la sua impresa ha fatto da sé creando un vero e proprio “team Loki” la cui scritta capeggia nella parte frontale della maglia e il cui logo è quello del copricapo dorato, il simbolo con cui solitamente è rappresentato nei fumetti.
All’indomani dell’uscita della puntata nei forum dei fan americani è scoppiata un’ondata di domande, fan ed utenti di Twitter si sono scatenati per cercare di capire che cosa rappresentasse la variante L1247, molti hanno addirittura avanzato l’ipotesi che si potesse trattare di una frecciatina a Lance Armstrong, per alcuni passato da eroe nazionale ad imbroglione. Ci ha pensato però Wesley Burt, il famoso concept artist che ha collaborato alla realizzazione della serie, a spiegare come sono andate veramente le cose. L’idea del Loki vincitore del Tour de France non è un caso, ma una precisa scelta personale; Burt infatti è un grande appassionato di ciclismo, si allena regolarmente e più volte ha preso parte a raccolte fondi e progetti benefici in sella alla sua Canyon, è inoltre un grande tifoso che come molti altri è rimasto colpito da quanto successo tre anni fa. Nel 2018, in occasione della fiera del Ciclo a Birmingham era misteriosamente sparita la Coupe Omnisport vinta proprio in quell’anno da Geraint Thomas ed esposta da Pinarello. La vicenda del tutto eccezionale aveva aperto un’incredibile caccia al colpevole che era riuscito a passare inosservato, da qui l’idea di Burt di far ricadere la colpa su Loki, abile nell’arte dell’inganno e del travestimento e più volte protagonista di furti di oggetti di valore.
È stata proprio una bella pensata quella del concept artist che, seppur nella finzione, ha voluto dare un volto al colpevole che molto probabilmente è fuggito in un’altra realtà. Nell’universo Marvel svtutto può succedere, accanto alla linea temporale in cui siamo inseriti ne scorrono molte altre che aprono ad un ventaglio infinito di possibilità. Nella teoria del multi verso può accadere che i mondi si scontrino e qualche viaggiatore passi da una parte all’altra creando scompiglio e magari che una variante di Loki provi a soffiare il titolo a gente come Tadej Pogacar e Primoz Roglic. Vedremo un outsider salire sul podio di Parigi? Sicuramente dovremo attendere solo tre settimane per saperlo, ma prepariamoci a tutto.