Conoscendo da anni Gianfranco Fanton riteniamo che nessuna decisione è stata più sofferta di quella che raccontiamo. A fine anno Fanton lascerà infatti la presidenza del ciclismo amatoriale orobico che regge da ben 44 anni.
Sicuramente non ci saranno ripensamenti, per cui quanti fanno parte dell’attuale consiglio direttivo coordinato appunto dal presidente uscente dovranno trovare una soluzione a un problema che si presenta di non facile soluzione.
In effetti, l’enorme mole di lavoro che comporta l’attività è sempre stata assorbita da Fanton, assistito talvolta da alcuni stretti collaboratori. Ha dedicato tempo, passione, ha rinunciato a compensi, considerato che la sede operativa del Comitato provinciale è ubicata a Sforzatica di Dalmine nei locali di proprietà della moglie del presidente, signora Annamaria Gamba. Questo è soltanto un dettaglio ma che evidenzia la complessità delle problematiche del dopo Fanton.
È doveroso a questo punto fare un passo a ritroso che consente di conoscere Fanton e l’evoluzione che il ciclismo amatoriale bergamasco, e non solo, ha avuto in quasi nove lustri di presidenza. Nato a San Pietro di Cavarzere, in provincia di Venezia, 78 anni fa, ha conosciuto Sforzatica quando aveva 17 anni. Terzo figlio dei coniugi Giovanni ed Elena, si è stabilito dagli zii Nicodemo e Ida, aprendo così la strada al trasferimento di tutta la famiglia a Sforzatica.
Si è subito rimboccato le maniche lavorando a Longuelo, alla Locatelli (settore autotrasporti), alla verniciatura Lena e per due anni, con la moglie Annamaria, è stato il tuttofare a Villa Paradiso, abitazione del cantante Luciano Tajoli, a cui ha fatto seguito l’assunzione all’allora Dalmine spa.
Nel frattempo è maturata la passione per la bicicletta.
«È nato tutto - ricorda - alla Scuderia d’Oro, società che aveva sede a Brembo alla Pizzeria d’Amico. Tra gli iscritti figuravano Pietro Rosino Santini, Andrea Bosatelli, Giuseppe Gamba e altri. Ho partecipato ad alcune gare finite in coda al gruppo e comunque in buona compagnia - sorride Fanton -, al fianco di Ildo Serantoni che il ciclismo l’avrebbe raccontato sui giornali».
Nel frattempo si è costituito il primo Comitato provinciale chiamato Enal Dace (poi Udace, attualmente Acsi) presieduto dal cavalier Santini che si è alternato con Alberto Ruggeri. Da 44 anni dura l’era di Gianfranco Fanton che continua: «Inizialmente gli iscritti erano 63, una decina le società rappresentate. La sede era ubicata in un ufficio della Casa della Libertà a Bergamo, quindi - grazie a mio cognato Ilario Gamba - ci trasferimmo in via Volta a Sforzatica dove ci troviamo tuttora».
Ed è stata un’evoluzione continua: sono stati istituiti la segreteria e un funzionale collegio di giuria munito di fotofinish e di motociclisti. Attualmente l’Acsi conta un centinaio di team e poco meno di 2.000 amatori tesserati. Parlando di organizzazioni firmate Fanton, da evidenziare «Lui & Lei», il Giro della Bergamasca, i Campionati italiani su pista, l’interesse verso le gare in montagna e l’apertura alla mountain bike. L’apporto di Fanton fu determinante per la realizzazione del settimanale Il Ciclismo Udace, ora Il Ciclismo Amatori, edito dalla Corponove di Bergamo. Preziosa la collaborazione del presidente con Bergamo Tv e L’Eco di Bergamo.
Senza nulla togliere agli altri Comitati il comparto di Bergamo è sicuramente tra i più evoluti e apprezzati d’Italia.
E proprio per questo si tratta di un’eredità molto importante e soprattutto impegnativa che Gianfranco Fanton lascia al suo successore.