Caro Direttore,
superfluo dirlo: il pezzo di tuttobiciweb che riporta recenti dati del Ministero della Salute in relazione all'indossolubile binomio Doping-Sport è alquanto... intrigante. Almeno per il sottoscritto che, oltre ad avere il viziaccio di essere un "innamorato pazzo" del ciclismo, è orgoglioso - dico sul serio - di appartenere a quella razza dannata che, in un'accezione che definirei di comune dominio, è rappresentata dagli avvocati. Mi permetto di dire, un po' come i preti, altra categoria... professionale della quale, ormai da tempo, non si ha comunemente una gran considerazione. Dimenticando che, prima o poi tutti, ma dico proprio tutti, se ne abbia bisogno: degli avvocati, così come dei preti.
Uscendo dall'autoreferenzialità, e tornando... a Bomba, ovvero al piatto forte di questa mia riflessione, ovvero la presenza del doping nello Sport cosiddetto amatoriale (ancorchè, come parrebbe, in proporzioni ben modeste), è doverosa una premessa: se dovessimo dar credito alle statistiche, soprattutto a quelle elaborate da uffici Ministeriali di varia natura, ... staremmo freschi! La qualcosa, in questi giorni di calura asfissiante, non guasterebbe. Ma non sono le condizioni climatiche e le riconnesse implicazioni a... stimolarmi, bensì l'affermazione, per l'appunto di mera natura statistica, che tra i praticanti agonisticamente discipline sportive a livello amatoriale il 2% sia risultato dopato. Mi correggo, e puntualizzo: SOLO il 2% degli Sportivi ormai... scaduti d'età ricorrerebbe al doping.
Non c'è bisogno di scomodare i pareri di eminenti scienziati o consolidate affermazioni di stimati studiosi per minare fin dalle fondamenta questo esito sondaggistico che, per l'origine, dovrebbe essere, od almeno apparire, incontestabile. Bastano le ben più modeste parole (anche se un tantino irriverenti), comunque rimaste ad imperitura memoria, di un attore e teatrante qual è stato Paolo Villaggio, per stroncare il nostro report Ministeriale: "... è una stronzata pazzesca! ...".
Se, tra le tante virtù, la sintesi è sinonimo anche di efficacia, detto questo è detto tutto. Aggiungere che si tratta, a sommesso ma determinato avviso del sottoscritto (che un pelino d'esperienza in materia forse ce l'ha), di un report anche STUPEFACENTE serve solo come può servire la benzina per spegnere il fuoco.
Quel che è certo e del tutto censurabile è l'assoluta incoerenza (per tacer d'altro) tra la pratica cosiddetta amatoriale dello Sport, ovviamente CICLISMO compreso, e il ricorso al Doping. Non può esistere alcuna "giustificazione" intellettivamente razionale a difesa di chi pratica una disciplina sportiva... per diletto o passione o qualsivoglia altro motivo "amatoriale" e l'utilizzo, consapevole quando non anche... premeditato, di sostanze che in qualche modo valgono ad alterare la prestazione agonistica (?!). La contraddizzione è evidente e non necessita di commenti. Il guaio è che, NORMATIVAMENTE parlando, in tema di Doping NON esiste alcuna distinzione tra gli Atleti "della Domenica" e gli Atleti di Professione. Piu che un guaio, un vero e proprio dramma. Di cui gli apparati Sportivi e Ministeriali sono ben a conoscenza, ma rispetto al quale nulla si dice e, peggio ancora, nulla si fa. Con buona pace delle statistiche. E di chi, veramente, ricopre ruoli di rilievo istituzionale apparentemente solo... per dare i numeri.
Cordialmente.