Per il terzo anno il vicentino Enrico Zen (Team Mobilzen Trek) fa sua la granfondo di Feltre, la più dura di sempre con 5.200 mt di dislivello e 210km dello stesso percorso fatto 15 giorni fa dai prof del Giro d’Italia nella tappa vinta da Pello Bilbao. Gli amatori dopo aver raggiunto passo Croce d’Aune dovevano continuare a salire per 2,7km (con pendenze anche del 13%) e raggiungere la località Le Buse, luogo di arrivo della tappa, per poi scendere dal Col Melon che invece Carapaz e gli altri avevano percorso in salita. Alle spalle di Zen che ha chiuso in 6h52’13” è arrivato dopo 50” il compagno Oscar Tovar Rivera, terzo Stefano Cecchini (Cicli Copparo) che aveva puntato alla vittoria. Per il terzo anno il Croce d’Aune e lo strappo finale di 2km è stato decisivo per l’attacco finale che ha permesso a Zen di conquistare il trofeo più ambito.
Distacchi importanti, invece, in campo femminile dove la tedesca Cristina Rausch (già vincitrice della Maratona dles Dolomites del 2018 e specialista delle ultramarathon cycling) ha fatto gara a sé, tagliando il traguardo dopo 7h33’01” con 30’ di anticipo sulle avversarie, la trentina Jessica Leonardi (Biemme Garda), 8h03’05”, vincitrice del Medio della Sportful Dolomiti Race 2018 e Debora Morri (Team del Capitano) che ha chiuso in 8h10’54”.
Il percorso Gran Fondo era lungo 210km e prevedeva la scalata del Cima Campo, Passo Manghen (Cima Coppi del Giro d’Italia 2019), passo Rolle e passo Croce d’Aune con l’aggiunta del Monte Avena. Arrivo a Feltre in Piazza Maggiore con gli ultimi leggendari 450mt in salita per raggiungere il cuore storico della città.
In 4.700 si sono iscritti alla granfondo, oltre la metà, malgrado un maggio freddo e piovoso che ha impedito gli allenamenti, hanno scelto il percorso piu duro e lungo. Sul passo Rolle nelle prime ore del pomeriggio le temperature si sono improvvisamente abbassate e la pioggia gelida ha preso il posto del sole splendido di inizio mattina costringendo l’organizzazione a recuperare un 90na di ciclisti infreddoliti.
“Io non parto mai per vincere, 5200mt di dislivello sono tanti e fino all’ultimo è difficile dire chi vincerà, oggi è venuta fuori la mia grinta, questa vittoria è il coronamento di tanti sacrifici e la mia fidanzata lo sa bene. Lavorare e allenarsi non è per niente facile” ha raccontato Zen.
All’attacco del Passo Croce d’Aune sono arrivati in 12, ma la rumba vera è scattata sugli ultimi km del Monte Avena. “Cecchini ha imposto un forcing all’inizio del Croce ed è stato fantastico - ha detto Zen - ma io conosco molto bene quella montagna, l’ho scalata tante volte abitando qua vicino. Sapevo cosa mi aspettava, sapevo che avrei fatto la differenza negli ultimi km del Monte Avena”.
“Questa è la mia ultima Sportful da atleta vero, smetto con le granfondo dopo la Maratona dles Dolomites e farò il turista. Ci sono quattro granfondo che contano in Europa e questa è una di quelle, ma adesso basta” ha detto Cecchini vincitore di qualche edizione fa.
Tra le donne, poco da dire con una Rausch che ha dominato la gara, a Ponte Oltra, all’attacco del Croce d’Aune aveva già 23’ di vantaggio diventati 30’ al traguardo. Una gara in solitaria, con pure il problema che nella discesa del Croce aveva perso una lente a contatto. “Una gara fantastica, mi sono divertita molto”. Le ha fatto eco la Leonardi: “Io ci ho provato ma era davvero una spanna sopra”.
Sul percorso Medio, 140km e 3.250mt di dislivello il passo della Gobbera e Broccon al posto di Manghen e Rolle, si è imposto il faentino Stefano Pagni in 4h19’21” davanti a Sergei Pomoshinikov (tesserato con i Colli Berici Vicenza) che ha chiuso in 4h20’41” e Andrea Pontalto (Team Mobilzen) in 4h21’42”.
E’ arrivata dall’Aquila per conquistare ancora, dopo alcuni anni di assenza, la Sportful Dolomiti Race percorso Medio, Chiara Ciuffini (Team Isolmant) che ha chiuso in 4h58’58” davanti a Nicole Fedele (C-Bike) in 5h07’40” e Monica Bonfanti (Rodman Azimut) in 5h08’07”.
Ravanelli: “Una granfondo da fare per avere un souvenir della vita”
Al via anche i campioni olimpici Paolo Bettini che ha fatto il Medio al campione spagnolo Purito Rodriguez: “Ma il prossimo anno ci sarà ancora il pezzo fino al Monte Avena? Io non torno” ha detto ironico Bettini “correre sulle stesse strade del Giro dopo averlo visto 15 giorni fa qui è stato proprio bello”. Ritirato per crampi a metà Croce d’Aune l’altro olimpico, Cristian Zorzi, cosi come l’olimpico Jury Chechi che nel Medio ha dovuto evitare il Croce d’Aune “Non ero cosi allenato da fare anche l’ultimo passo”.
Ormai un habitué Manfred Moelgg, lo sciatore alla sua quarta partecipazione. “Fare una granfondo dove è passata la tappa del Giro d’Italia è davvero un’emozione unica. Questa resta una granfondo sempre molto dura e affascinante, poi gli ultimi 2.7km sono davvero duri”
Esordio alla Sportful Dolomiti Race per “penna bianca” Fabrizio Ravanelli, l’ex calciatore della Juventus: “Era la mia prima partecipazione a questa granfondo, il percorso Medio è davvero fantastico, la gara è bellissima, segnalata perfettamente e con personale ovunque. Fantastico trovare l’asfalto in condizioni così perfette. Direi che questa granfondo è da fare per avere un souvenir della vita”.
Hanno partecipato fermandosi a tutti i ristori e vivendo la granfondo come un vero amatore, senza velleità agonistiche l’ex prof bellunese Alex Turrin e l’attuale prof Lara Vieceli (Wn Rotor). “Quei ristori sembrano dei banchetti, c’era di tutto. Arrivata a Croce d’Aune pensavo di iniziare la discesa e invece ho scoperto che si continuava a salire, 2km non proprio facili”. Ha commentato la Vieceli che in gara ha anche rincorso un ciclista che aveva gettato una carta per terra.