Pascal ACKERMANN. 10. Tosto il tedescone. Si piazza lì e cerca di stare in scia fin che può, poi esce prepotente e azzanna la preda Gaviria. Il ragazzo ci sa fare.
Fernando GAVIRIA. 8. Con il senno di poi siamo tutti bravi, ma è probabile che anche il velocista colombiano questa sera ripensi a questa volata: ah se fossi partito un attimo dopo…
Arnaud DEMARE. 5. Dispone forse della squadra più attrezzata, ma non riesce mai a rifinire il lavoro.
Caleb EWAN. 6. È lì, che “surfa” tra le acque.
Matteo MOSCHETTI. 7. È giovane, è caparbio e intelligente. Si piazza nelle posizioni di avanguardia e con grande personalità tiene le posizioni. Alla fine si porta a casa un altro piazzamento. Per un ragazzo di soli 22 anni è tanta roba.
Paolo SIMION. 6,5. Riemerge dalle acque, risalendo la corrente.
Giovanni LONARDI. 6,5. È un neo professionista, uno dei pupi del gruppo, ma questo 9° posto ha in ogni caso un valore, anche per lui.
Elia VIVIANI. 5. È messo benissimo, ma quando c’è da alzarsi sui pedali si risiede. Tanta, troppa acqua, le polveri sono bagnate. Oggi non è il miglior Elia. Oggi.
Umberto ORSINI. 8. Il nipotino di Andrea Tafi se ne va all’attacco con il compagno di squadra della Bardiani CSF Enrico Barbin, Miguel Florez della Androni Sidermec, Ivan Santaromita della Nippo Fantini e Louis Vervaeke della Sunweb. Più che una corsa in bicicletta fanno un po’ di sci nautico. Alla fine, restano a galla.
Giuseppe CONTE. 3. Incontra un po’ di corridori, ma in particolare si sofferma sulle tre Professional (Androni Giocattoli, Bardiani CSF e Nippo Vini Fantini) italiane che rischiano con la Neri Sottoli KTM di scomparire. Oltre alla visita, si spera che anche che possa supervisionare la situazione.
Domenico POZZOVIVO. 8. Pieno di botte in ogni dove, si sobbarca una giornata di pioggia e tormenta. È piegato in due, ma non si spezza.
Tom DUMOULIN. 0. Prova a pedalare in albergo, sui rulli, andando contro il suo staff medico, che lo consiglia di lasciar perdere. Lui è tosto, come tutti i corridori. Ci prova e ci riprova anche in sella alla sua bicicletta. Fatica a piegare il ginocchio sinistro, che è gonfio come un melone. Fa le prove, alza la sella, in modo da piegare il meno possibile l’arto, ma bastano 700 metri per capire che non è cosa. Non arriva nemmeno al chilometro 0. Sarà per la prossima, caro Tom, noi ti aspettiamo a braccia aperte.