Israele sempre più innamorata del ciclismo. La grande operazione legata al Giro d’Italia 2018 che ha visto le tappe di Tel Aviv, Mar Morto e Gerusalemme ha sicuramente impressionato il mondo sportivo e non solo.
Abbiamo avuto l’opportunità di approfondire il discorso con alcuni rappresentanti del Ministero del turismo che durante il nostro soggiorno in Israele e ci hanno aiutato a capire meglio la strategia commerciale e politica di sviluppo.
“Il Ministro del turismo Levin Yarvin del partito Likud è rimasto veramente meravigliato dal Giro d’Italia. Per noi è stata una grande opportunità per mostrare al mondo la bellezza di Israele, la nostra cultura che è data anche dallo sport e dalla musica”.
Le considerazioni vanno ben presto verso il ciclismo.
“Si è trattato della prima volta del Giro fuori dall’Europa e milioni di persone nel mondo ci hanno visto. Solo in Italia si stima che siano stati 29 milioni di contatti. E ovviamente nel mondo molti di più ben 940 milioni”.
Il 2018 ha segnato un momento importante che ha permesso ad uno sport di nicchia di svelarsi ad una nazione.
“Ora ci sono molti tipi di ciclisti. Dopo la corsa rosa è tutta un’altra storia. Le persone hanno un’altra immagine del ciclismo. E’ stata un’esperienza spettacolare, unificante”.
Far passare una corsa di biciclette vuol dire anche creare dei disagi.
“Non è stato difficile gestire questa situazione. Le strade sono state chiuse solo un giorno al Nord, uno a Telaviv e uno a Gerusalemme. Tutti erano informati e si sono adeguati, fermandosi ad applaudire”.
Avete in mente altre azioni legate alla bicicletta?
“Abbiamo la Granfondo e la Epic di Mountain bike che si tiene a nord a fine anno. Sarà coperta televisivamente da Eurosport. La scorso mese c’è stata Samarathon di running e poi quella di Gerusalemme”.
Quanti turisti vi aspettate dopo questa grande operazione?
“Difficile dirlo perché la pubblicità va ovunque. Il marketing va ovunque, ma crediamo che la cultura delle bici sia ottima. Gli italiani vanno in Spagna alle isole Canarie per allenarsi, ma qui da noi c’è un clima stupendo e una valida alternativa che avete potuto vedere con i vostri occhi essere sicura”.
Il paese è costoso?
“I prezzi sono allineati con l’Europa. Quando i biglietti degli aerei sono così bassi (vi sono diverse compagnie low cost) puoi trovare molte opportunità. 10 anni fa era molto costoso, ma ora gli alberghi sono di vario tipo. Ogni turista può trovare la soluzione per il suo budget”.
Cosa manca per completare lo sviluppo del prodotto ciclismo?
“La bici è come il rinascimento. Nel passato non era così, ma ora lo sport si sta sviluppando in modo incredibile. Da qui al 2020 si svilupperanno nuovi progetti”.
Il ciclismo ha rappresentato un messaggio turistico o politico?
“Entrambi i messaggi. Non vogliamo parlare di politica ma innanzitutto il Giro è stato un grande spot turistico. La gente era impazzita e ha partecipato con le bandiere di Israele lungo le strade. Il mondo ha capito che siamo un posto moderno dove tutto funziona in modo perfetto. Lo conferma la nostra crescita turistica globale con 3 milioni di turisti nel 2017, 4 milioni nel 2018 e le previsioni per il 2019 sono ancora migliori. Vi sono sempre più servizi e nuove linee aeree. Comunque siamo determinati a migliorare e sappiamo che possiamo fare ancora meglio anche dal punto di vista sportivo. Supportiamo gli eventi anche con le nostre pagine social che contano su milioni di like”.