Una ricerca scientifica per segnare un altro punto a favore della bicicletta e infliggere un altro colpo al credere comune.
La pratica ciclistica non mette a repentaglio la potenza sessuale dell’uomo: è questo il risultato di uno studio da uno studio pubblicato sul Journal of Urology. Quattromila uomini sportivi - ciclisti, corridori e runner - provenienti dal Canada, dall’Australia e dalla Nuova Zelanda sono stati sottoposti a controlli dell’apparato genito-urinario. Ebbene, dalla comparazione tra i vari gruppi di sportivi non è emersa alcuna distinzione, non si evidenzia alcun legame tra i problemi sessuali e la bicicletta.
«I benefici legati all’utilizzo della bicicletta superano di gran lunga i potenziali rischi»: è questa la sintesi del lavoro di ricerca.
Distribuendo ai partecipanti una serie di questionari, gli urologi hanno potuto accertare lo stato di salute sessuale e urinaria degli esaminati. Non sono emerse differenze significative, se non una maggiore predisposizione dei ciclisti a sviluppare la stenosi dell’uretra, il canale che trasporta l’urina dalla vescica all’esterno.
Questa condizione, nel tempo, può determinare un aumento della resistenza al flusso di urina o sperma e richiedere il trattamento chirurgico per ripristinare un diametro sufficiente del canale.
La condizione è stata segnalata più spesso dai ciclisti occasionali, mentre è risultata meno ricorrente per chi pedala di più: più tempo si trascorre sul sellino, meno frequente è la perdita di sensibilità a livello dei testicoli.
Benjamin Breyer, urologo dell’Università della California e coautore della ricerca, spiega quindi: «il ciclismo offre enormi benefici cardiovascolari e un basso impatto sulle articolazioni. Non ci sono evidenti legami tra la pratica della bicicletta e problemi di erezione».