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LO SPORT FA BENE, UN'ANALISI LO DIMOSTRA
dalla Redazione | 24/05/2017 | 07:58

Dopo “non ci sono più le mezze stagioni” e “di mamma ce n’è una sola” il luogo comune più scontato è che lo sport fa bene. Vero, ma perché?
Tra i più importanti parametri che sono direttamente correlati allo stato di salute delle persone, la pressione arteriosa è forse il più indicativo, essendo segnale e origine essa stessa, quando è alta, di numerose condizioni patologiche. Com’è noto da tempo, ma purtroppo ancora troppo trascurato a vantaggio dell’uso di farmaci con vari effetti collaterali, una idonea e regolare pratica sportiva riesce a controllare la pressione arteriosa e, qualora elevata, anche a riportarla a valori normali.

ANALISI SU VASTA SCALA
Oggi, grazie all’analisi dei dati di oltre duemila atleti che hanno adottato la soluzione SuperOp, è possibile ottenere un riscontro scientifico sui benefici dell’attività fisica: con la semplice misurazione mattutina di battito cardiaco e pressione minima e massima, lo sportivo conosce la propria condizione atletica. Infatti, grazie al sofisticato algoritmo di SuperOp si ottiene una semplice indicazione in quattro colori che corrispondono al carico allenante ideale da svolgere nel corso della stessa giornata.

A un anno dal lancio della soluzione, i tecnici di SuperOp hanno analizzato, in forma naturalmente anonima, un volume di 193.000 misurazioni di ben 2.065 sportivi praticanti italiani (di cui il 10% di sesso femminile) selezionati tra quelli che praticano sport con una frequenza media di almeno tre sedute la settimana. Le discipline considerate sono quelle di resistenza come ciclismo e mountain bike (che raggiungono il 40% del totale), e poi triathlon e podismo. I praticanti di queste quattro attività rappresentano l’82% di tutti gli utilizzatori del sistema.

I RISCONTRI SCIENTIFICI
Di fronte a un campione numerico molto importante e rappresentativo si può affermare con grande affidabilità che i valori medi di pressione arteriosa minima e massima degli sportivi in esame, rilevata al risveglio, sono pari a 69 e 116 mmHg, ovvero al di sotto di 80/120 mmHg indicati nella Linea Guida di ESH/ESC (*) nel 2003, e tradizionalmente riconosciuta come la soglia massima per una sana condizione fisica. Alla luce di questo risultato si può ulteriormente confermare il principio che praticare sport mantenga la pressione su valori ottimali.

Inoltre il valore di battito cardiaco medio del campione (anch’esso rilevato al mattino prima ancora di scendere dal letto) è di 51 battiti per minuto: tra questi il 20% vanta una frequenza cardiaca al di sotto dei 45 bpm, ovvero uomini e donne dal cuore d’atleta….!

Con questi tre semplici dati SuperOp dimostra come la pratica sportiva aiuti a raggiungere uno stato di salute ottimale, con valori al di sotto dei limiti raccomandati dalle più autorevoli organizzazioni sanitarie mondiali.

LA PAROLA ALL’ESPERTO.
«Il basso valore di battiti cardiaci al mattino emerso dai dati analizzati, frutto di un allenamento aerobico regolare, indica una maggiore ‘riserva funzionale’ dell’apparato cardiovascolare – commenta il professor Marco De Angelis, docente di Metodologia dell’Allenamento dell’Università di L’Aquila – e questa condizione fisica consente una maggiore possibilità di svolgere senza rischi attività fisiche anche molto intense, salvaguardando la vita e la salute».

Valori minori, ma ben equilibrati tra di loro, della pressione arteriosa testimoniano invece una buona salute dei vasi sanguigni e del sistema nervoso autonomo, anch’essa determinata dagli adattamenti progressivi determinati dall’attività sportiva.
«Non va però dimenticato che solo un allenamento ben calibrato in base alla situazione quotidiana del soggetto, e ben distribuito con una corretta alternanza di allenamento e recupero, può dare buoni risultati in termini di salute e di prestazione – prosegue De Angelis -  viceversa, allenandosi con un’intensità troppo leggera o troppo alta, e cioè non consona alla condizione del momento, si rischia non solo di non ottenere miglioramenti, ma anche di sovraccaricare eccessivamente l’organismo». E la soluzione SuperOp risponde esattamente a questa esigenza: fornire all’atleta una corretta indicazione sul dosaggio tra sedute di allenamento e di scarico.
 
UNA RICERCA MADE IN ITALY
Per oltre 20 anni il professor Marco De Angelis ha condotto ricerche su centinaia di atleti del CONI, e in questo percorso di ricerca medico scientifica, il professore de L’Aquila ha avuto una intuizione sulla fisiologia della supercompensazione: dopo un allenamento, l’organismo ripara e migliora i tessuti sollecitati (muscoli in primis) eliminando i metaboliti e ristabilendo le concentrazioni ottimali degli elementi utilizzati come glicogeno, enzimi, aminoacidi e altri elementi.
«L’insieme di queste attività di recupero e supercompensazione avviene attraverso la circolazione sanguigna, modificandone i parametri – conclude il professor De Angelis -ecco perché la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, con l’indicazione dell’allenamento del giorno prima, sono parametri che descrivono la condizione fisica dell’atleta».
Grazie ad un complesso algoritmo, SuperOp traduce le variazioni di battito cardiaco e pressione in una misura precisa della fase di recupero in cui si trova l’organismo dell’atleta.

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