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BIANCHI E ZAMPEDIVERSE PIONIERI DELL'OLOGRAMMA: DALLA SPECIALISSIMA RC CON APPLE VISION ALLA FILOSOFIA DI MASNATA
di Nicolò Vallone | 18/04/2024 | 12:17

Essere la più antica fabbrica ciclistica al mondo (quasi 140 anni di storia) e proporsi come apripista di... visioni future. Questo è ciò che sta facendo Bianchi, come ha mostrato pure la serata di ieri in zona Brera a Milano: la Specialissima RC è la prima bicicletta al mondo e il primo oggetto in assoluto in Italia ad avere un proprio ologramma funzionante da poter guardare, ruotare, ingrandire e rimpicciolire, esaminare sia intero che scomposto, attraverso l'Apple Vision Pro. Visore legato strettissimo dietro la nuca con una rotellina tipo quella dei caschi da bici, la tua testa al posto del mouse, la congiuntura tra pollice e indice ("pinch") al posto del click, lo spazio fisico di fronte e intorno a te al posto dello schermo, e la realtà mixata sviluppata tramite l'app JigSpace a catapultarti in un film di fantascienza. Per noi è stato un giochino da gustare in un evento ad hoc durante la Design Week, per un designer può essere ad esempio uno strumento per ottimizzare i tempi e le fasi di progettazione in alternativa ai prototipi fisici.

Il progetto Bianchi Visions nasce dall'intuizione di Zampediverse, l'agenzia creativa di Moreno Pirovano che da undici anni lavora con l'azienda di Treviglio. «Parliamo da un mese con Apple - ci ha raccontato con passione Pirovano, che è anche autore della foto-copertina di quest'articolo - per riuscire a unire la loro e la nostra visione sul futuro: mettere una bici che ha vinto il Design & Innovation Award 2024 su una piattaforma che prefigura un nuovo modo di lavorare tramite device».

Brief e "visione" effettuata, esaltati e frastornati dall'aver provato un'esperienza inedita, ci siamo spostati nella saletta accanto, dove di fronte a una Specialissima RC in carne e os... pardon, in telaio e carbonio, abbiamo rivolto qualche domanda a Claudio Masnata, responsabile Marketing di Bianchi (ritratto in foto).

Come si colloca Bianchi Visions e l'ologramma della vostra più recente bici da corsa nella vostra strategia aziendale?

«Siamo uno dei pochi brand che ha investito su una Media House all'avanguardia in grado di trasmettere ogni tipo di messaggio su canali estremamente innovativi, basti pensare che siamo stati tra i primi ad aprire un canale TikTok. Ci piace molto sperimentare ed essere pionieri, innovando di pari passo il prodotto e le forme della comunicazione: un principio che ci porta a vincere numerosi premi sia per il design delle bici che appunto per lanci e campagne. Veicolare in maniera creativa e non tradizionale il nostro prodotto all'utente è un atto che va in tale direzione, poi quali saranno gli utilizzi concreti di questa esperienza immersiva ce lo dirà lo sviluppo di una società che riduce continuamente i confini tra fisico e digitale.»

Traslando tali concetti dal brand al prodotto, la Specialissima RC (utilizzata dal team Arkea B&B, poche ore prima piazzatosi secondo alla Freccia Vallone con Vauquelin) è il perfetto esempio pedalante di cosa è e vuol essere Bianchi...

«È un trait d'union totale! In primis tra aerodinamica e leggerezza: dalla Oltre, che era la nostra bici di punta ed era molto aero quindi perfetta per percorsi pianeggianti e veloci, abbiamo voluto realizzare una bici che si concentrasse anche sulla leggerezza per rendere al meglio in salite oltre il 6%; sempre però mantenendo la giusta aerodinamicità e rigidità per discesa e sprint. In secondo luogo, tra funzionalità ed estetica: spesso le due componenti si vengono incontro l'un l'altra, magari una scelta tecnica porta a scelte stilistiche sorprendenti o viceversa da uno spunto creativo vengono fuor idee interessanti legate alle prestazioni.»

Quest'ultimo connubio sembra esprimersi ad esempio nel tubo reggisella che, anziché essere tutto dritto, segue in parte la curvatura della ruota posteriore con una "forma a D"

«Sì, quello serve ad avvicinare la ruota al punto di fulcro della pedalata e in più è un elemento esteticamente appagante. Rappresentiamo pur sempre lo stile italiano!»

Ecco, è un caso che col vostro avvento in Arkea la squadra francese abbia poi ingaggiato un altro corridore italiano come Albanese?

«Noi siamo più di un semplice fornitore: siamo un partner stragico per la formazione bretone, che in un certo senso è la nostra estensione nel mondo delle corse. Le decisioni sono naturalmente le loro, ma c'è un confronto continuo su alcune scelte tecniche e le bici oggi sul mercato sono frutto sia dei test sia dei feedback che raccogliamo dai campioni che le usano. C'è un confronto continuo e sicuramente ci fa molto piacere se si amplia la "quota italiana" in organico. Comunque siamo pure un marchio internazionale e ciò che conta è soprattutto avere atleti di valore che, al di là dei risultati, possano ispirare tante persone a godersi la bicicletta.»

Atleti di valore come Senechal: come commenta il recente caso post-Roubaix?

«Ben poco da aggiungere a quanto già è stato chiarito ufficialmente. Senza colpevolizzare nessuno, sono state disattese alcune nostre indicazioni fondamentali nell'assemblaggio dei manubri che hanno generato situazioni critiche di guida in una classica così estrema.»

Come procede il vostro reshoring, ossia il riportare in Italia la produzione?

«Le contingenze attuali non facilitano questo processo, ma a Treviglio è attiva la fabbrica 5.0 di 17mila metri quadrati che è la più moderna d'Europa.»

Infine, l'evoluzione dei materiali e in particolare freni a disco e super-leggerezza delle bici vengono talvolta additati come responsabili principali delle rovinose cadute recenti: qual è il suo punto di vista?

«Confrontandoci con le squadre, emerge che nel ciclismo oggi c'è una certa esasperazione dovuta anche alla crescente importanza dei punti UCI. Inoltre, vedo che rispetto a quando correvo 15 anni fa (Masnata è stato ciclista di categoria Continental, ndr) arrivano al professionismo corridori giovani già molto forti e forse in gruppo sono venuti a mancare certi timori reverenziali verso alcune regole non scritte...»

Su questa chiosa che rimanda a quanto spiega Luca Guercilena nell'intervista con Pier Augusto Stagi questa settimana a BlaBlaBike, ci siamo rituffati nel traffico milanese, molto reale e poco ologramma, chiedendoci se la realtà virtuale e la realtà mista prenderanno piede massivamente come hanno fatto poco tempo fa le tecnologie digitali diffuse attualmente. E se potremo mai rivedere il reparto corse di Bianchi al fianco sì di un WorldTeam, ma italiano. 

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