Come per la fila indiana, l’obbligo di percorrere le ciclabili ed altri falsi miti, il caso del ciclista sulle strisce pedonali accende gli animi nelle discussioni, senza che vi sia approfondita conoscenza della legge in merito.
Ciò che più sconcerta però è che anche le forze dell’ordine qualche volta ci vanno pesante con i ciclisti, senza ben conoscere quanto dice il codice della strada. Molti ciclisti si sono quindi rivolti a ZEROSBATTI dopo aver preso una multa per aver attraversato le strisce pedonali senza scendere dalla bici, portandola a mano.
In alcuni casi la multa era legittima, anche se il vigile era stato fin troppo “zelante”, mentre in altri casi - la maggior parte - la multa si era rivelata INGIUSTA.
Partiamo da un principio: il ciclista non è obbligato a scendere dalla bici sugli attraversamenti pedonali, salvo in alcune occasioni stabilite dalla legge. L’art. 41 co. 15 del Codice della Strada recita: “In assenza di lanterne semaforiche per velocipedi, i ciclisti sulle intersezioni semaforizzate devono assumere il comportamento dei pedoni”.
Questa norma può avere una doppia lettura:
1) il ciclista avrebbe la precedenza come un pedone
2) oppure deve scendere dalla bici e portarla a mano, appunto come un pedone?
Sulle ciclabili sono apposti semafori dedicati proprio alle bici, che scattano in tempi diversi rispetto a quelli delle auto o pedoni, ciò proprio per non creare situazioni di pericolo o intralcio tra i diversi utenti della strada.
In questo caso il ciclista non è obbligato a scendere dalla bici, ma nello stesso tempo deve seguire le indicazioni del suo semaforo, che solitamente interrompe la ciclabile: una volta scattato il verde per il ciclista, questi può tranquillamente riprendere la marcia in sella alla propria bici, sempre con un occhio alla prudenza.
Se però il semaforo è quello che regola l’attraversamento dei pedoni?
In questo caso non scatta comunque l’obbligo di scendere e proseguire a piedi ma il ciclista deve prestare una maggiore attenzione ed essere certo di non costituire pericolo o intralcio per i pedoni.
Stessa situazione se non ci sono semafori ma semplici strisce pedonali.
Vi è quindi un unico caso che obbligherebbe il ciclista a proseguire a piedi: quando potrebbe costituire intralcio o pericolo, a causa di un consistente affollamento sulle strisce.
In tutti gli altri casi il ciclista non è tenuto a scendere dalla bici ma dovrà prestare molta attenzione ed evitare ovviamente collisioni o incidenti (in questo caso avrebbe un elemento di pregiudizio a proprio carico).
Tutto ciò è confermato dall’Ing. Mazziotta, che ha siglato un parere del Ministero dei Trasporti (n. 513 del 24 gennaio 2013 che recita: “Ai sensi dell’art. 41 co. 15, in assenza di lanterne per velocipedi, il comportamento dei ciclisti sulle intersezioni semaforizzate deve essere analogo a quello dei pedoni, ossia deve conformarsi al disposto dell’art. 41 co. 5”.
L’art. 41 co. 5 spiega semplicemente come ci si deve comportare con la colorazione del semaforo (rosso, giallo e verde). La novità vera sta nelle righe successive, dove si legge appunto “In tal caso (intersezione semaforizzata pedonale) o anche in assenza di semaforo, i ciclisti possono attraversare in sella alla bicicletta”… con le ovvie limitazioni di cui all’art. 182, c. 4, del Codice”.
L’art. 182 co. 4: “I ciclisti devono condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni. In tal caso sono assimilati ai pedoni e devono usare la comune diligenza e la comune prudenza”.
Ricapitolando: il Governo chiarisce che la legge non obbliga a prescindere i ciclisti ad andare a piedi, non impone loro assolutamente di scendere dalla bici ad ogni attraversamento pedonale, ma solo ed esclusivamente quando vi sia una possibile situazione di intralcio o pericolo per i pedoni.
Resta scontato che sul marciapiede non si può andare in bic, e questo comporterebbe che se le strisce unissero due marciapiedi il ciclista non è nemmeno contemplato…in questi casi, si prosegue a piedi con la massima attenzione e buon senso.
In caso di incidente:
Un dato importante: sulle strisce il ciclista ha la precedenza rispetto agli autoveicoli, che dovranno sempre rallentare in prossimità delle strisce e dare la precedenza al ciclista, come ad un pedone.
Qualora invece l’incidente si verifichi tra ciclista e pedone, le responsabilità scaturiranno dalla dinamica, che andrà accertata, anche se una presunzione di colpa graverebbe sul ciclista che potrebbe rispondere perché ha erroneamente ritenuto non vi fosse pericolo o non avrebbe prestato la dovuta cautela.
Il ciclista però potrà superare la presunzione qualora riuscisse a dimostrare di non avere colpa nella dinamica del sinistro (ad esempio un pedone che correndo ha improvvisamente cambiato traiettoria pur non essendoci una situazione di intralcio) o che vi sia stata una colpa concorsuale.
Se invece l’incidente è con un autoveicolo, questi risponderà per mancata precedenza al ciclista. Stesso ragionamento per la promiscuità tra ciclisti e pedoni sulle ciclo pedonali…
L’invito ai ciclisti è sempre comunque quello di usare buon senso e prudenza, valutando bene quali siano le condizioni della strada e compiere scelte a favore della sicurezza anziché della fretta…