“Era una bella giornata, c’era il sole a Giovinazzo, il mare sempre splendido della Puglia. Un tuffo dagli scogli. E la vita che cambia. Rottura delle vertebre cervicali. Rimase tetraplegico a 19 anni”. Luca Mazzone ce l’ha poi fatta. Nuotatore e paraciclista, ha conquistato nel nuoto due medaglie d’argento ai Giochi di Sydney 2000, con l’handbike due medaglie d’oro e una d’argento ai Giochi di Rio 2016.
“Era il 27 aprile 2011. Aveva da poco compiuto 15 anni. In un mese, piedi e dita delle mani non ci sono più, le gambe hanno perso i muscoli, il corpo si riempie di cicatrici. Come se ci fossero state ustioni dall’interno verso l’esterno”. Veronica Yoko ce l’ha poi fatta. Triatleta, ha vinto il bronzo agli Europei 2018 e ha partecipato a due Paralimpiadi, snowboard a Sochi 2014 e paracanoa a Rio 2016.
“Aveva 18 mesi. Un camion entrò nel giardino di casa. Una manovra errata. Forse l’autista la scambiò per una bambola. Sembrava morta”. Invece anche Francesca Porcellato ce l’ha poi fatta. Campionessa di atletica, sci nordico e paraciclismo, ha partecipato a 10 edizioni dei Giochi paralimpici, fra estive e invernali.
Claudio Arrigoni, un giornalista documentato e sensibile, ha scritto “Ribelli”, un libriccino di 64 pagine dedicato a personaggi e storie della Paralimpiade, pubblicato nel 2021 come allegato al “Corriere della Sera” per il supplemento “Buone Notizie”, ed emerso in un bookcrossing a Quinto di Genova. Dal paradiso all’inferno senza fermate, senza sconti. Poi una lunga lotta, e allo stesso tempo anche una lunga sfida, per ricominciare a vivere, cioè sperare e sognare, progettare e progredire, inseguire e perseguire, volere e volare. Straordinari esempi di vite umanissime.
Fra nuotatori e velociste, molta bicicletta a forza di gambe e di braccia, anche di testa e di cuore. “Grazie allo sport – dice Mazzone – per avermi fatto capire quanto sia bella la vita”. “La cosa bella – spiega Yoko – è che io ero così come sono. Sono solo cresciuta. E sto bene con me stessa”. “Sono così felice e libera – ammette Porcellato –, quasi una farfalla, mentre gareggio”.
Arrigoni dipinge 12 ritratti di donne e uomini, tratteggia una breve storia dello sport disabili, compila un breve dizionario. Nella sua anima, Alex Zanardi: “C’è quell’amico lontano, ma vicino per tutti. Perché il pensiero, sempre, correrà a lui, a quel letto di ospedale, alla sua riabilitazione, alle emozioni che proverà”.