Wernher von Braun, che ci portò sulla Luna. L’Abbé Pierre, che ci raccolse sulla Terra. Federico Fellini, che ci regalò sogni e memorie. Christian Barnard, che ci regalò un secondo cuore.
“Viaggio intorno all’uomo”: in un book crossing ho ritrovato il libro che Sergio Zavoli pubblicò nel 1970 per la Società editrice internazionale in una edizione scolastica. “In tutti cerca l’autenticità – spiega nella prefazione Bernardo Valli, un altro gigante tra i giornalisti -; da tutti la pretende, come risposta alla propria”. E ancora: “Zavoli è un uomo che crede al suo mestiere; sembra un’osservazione ovvia e persino banale: eppure i giovani, leggendo questo libro, si accorgeranno che questa fede nel proprio lavoro significa per Zavoli ottenere dei risultati altrimenti impossibili, cioè ottenere non dei bei ‘pezzi’ giornalistici”, ma “dei frammenti di vita vera”.
Fra uomini e donne che hanno illuminato il nostro millenario cammino, Zavoli dedica il quinto e ultimo capitolo a “gente come noi”: il patron del Giro d’Italia, Vincenzo Torriani, e sette corridori, Felice Gimondi, Gianni Motta, Vittorio Adorni, Franco Bitossi, Italo Zilioli, Michele Dancelli e Vito Taccone. Interviste. Domande e risposte. Domande non scontate come quelle che si usano rivolgere oggi, senza neppure la spinta di un punto interrogativo, e dunque risposte genuine e sorprendenti.
Stavolta, più delle risposte, mi interessano le domande di Zavoli. Studiate, precise, profonde. Mai banali.
A Torriani: perché, allora, ti agiti tanto, gridi, fischi, freni, riparti, ti affacci dalla macchina col piglio del generale sul campo di battaglia?
A Gimondi: lei lo sogna mai, Merckx, di notte?; cosa invidia di più ad Adorni, il fatto di capire la corsa o di capire la vita?
A Motta: prima di diventare un personaggio, era migliore o peggiore?; ha nostalgia di quello che era o è contento di com’è adesso?; le piace vivere o no?; vivere è bello a patto di vincere?
A Adorni: la modestia rientra fra le sue virtù?; che opinione ha della sua faccia?; per quali doti vorrebbe piacere a chi non si occupa di corse in bicicletta?
A Bitossi: è vero che per diventare un personaggio, per distinguersi un po’, di tanto in tanto si lascia crescere barba, baffi e basette?; che cosa deve a sua moglie?
A Zilioli: in quali momenti è come vorrebbe essere?; ma se le piace star solo, com’è finito nel mondo delle biciclette?; è vero che si è sposato all’alba invitando solo pochi intimi?
A Dancelli: dove passa, lascia degli amici?; se avesse del denaro da investire, lei punterebbe più su Motta o su Dancelli?; perché, in genere, non vince da campione?
A Taccone: a che cosa si ribella?; ha ancora dei rancori?
PS: ho telefonato a Zilioli, mi ha detto che Zavoli gli inviò il libro con tanto di dedica.