Sabato 29 luglio, ore 7. Monto sulla mia bici equipaggiata per la prima volta con le borse per il bikepacking e parto, emozionata, impaziente di esserci in questa nuova avventura, curiosa. Devo passare a prelevare Serena e Mjriam, le mie due compagne di viaggio, e così prenderà davvero avvio questa experience in bikepacking alla volta di Venezia.
L’itinerario segue il mare, un susseguirsi di località ben note: Marano, Lignano, Bibione, Caorle, Eraclea, Jesolo, Punta Sabbioni, Lido di Venezia… sì, prenderemo anche il vaporetto, ci saliremo con le nostre bici, per poi concludere la prima giornata con il giro dell’isola di Lido e l’arrivo in hotel.
Bikepacking e intermodalità, le due frontiere del cicloturismo: vuoi non sperimentarle? Non abbiamo nessuna fretta, nessun orario da rispettare, nessun traguardo su cui classificarci, prevedo una velocità di crociera attorno ai 25 km/h ma siamo già più pimpanti e rapide, procediamo allegramente, con un occhio sul Garmin dove abbiamo caricato la traccia diligentemente preparata, ma ahimè pare che finiamo costantemente fuori percorso!
Non ho ancora capito come mai, ci rifletterò, intanto non ci facciamo certo scoraggiare, proseguiamo guardando i cartelli stradali e chiedendo qualche info ai passanti, e naturalmente ci scherziamo su. Con noi c’è il sole, una temperatura perfetta, caldo ma non troppo caldo, e l’immancabile brezza marina, a tratti più o meno intensa. Diciamo che da Bibione a Jesolo non dà tregua, ma il nostro treno prosegue stringendo i denti.
Non mancano le soste: un caffè a Marano, un toast a Lignano dall’amico Paolo del Tenda bar, una bibita a Caorle e Jesolo, oltre alle foto di rito, perché c’è Serena, la social del gruppo, che ha tutta una serie di reference da evadere!
Percorrendo belle ciclabili giungiamo a Punta Sabbioni verso le 17, elettrizzate perché la meta è vicina, perché stiamo salendo sul vaporetto in bici e vestite da bici (in mezzo a persone tutte tirate per la serata mondana a Lido), perché ci pregustiamo già la birra finale, meritata e rigenerante!
In realtà non abbiamo ancora finito di pedalare, il computerino segna 180 km e non si può chiuderla se non con la cifra tonda: i 200. Quindi? Quindi la birra la si va a prendere ad Alberoni, zona di baretti tutta dall’altra parte dell’isola rispetto al punto di sbarco, per unire l’utile al dilettevole. E quanto ce la siamo gustata! Arrivate in hotel, giusto il tempo di ricaricare, no, non noi, cellulari e garmin, noi doccia veloce e siamo già operative per un aperitivo in spiaggia (due) e a seguire la cena: spaghetti con le vongole, patatine fritte, dessert, tutto è consentito oggi!
E poi domani mica si riposa. Il programma della domenica prevede in primis un altro po’ di intermodalità: ferry boat da Lido a Tronchetto e treno da Venezia a Trieste. Che emozione indescrivibile è camminare a Venezia con le nostre bici al seguito verso Piazzale Roma. “Romantica, imperfetta, misteriosa, magnetica, affascinante, elegante, sinuosa. Venezia è come una donna che ti innamora” dicono…
E Venezia ci ha innamorate! Due orette di treno e a Trieste riprende la nostra pedalata. Da Piazza Unità, magia, la più bella piazza sul mare senza ombra di dubbio, riprendiamo l’itinerario marittimo che, percorrendo la suggestiva strada costiera, ci porterà alle località marittime di Sistiana, Duino, isola della Cona ed infine Grado. Non molti km, senza bisogno di traccia gps, perché è il nostro mare di casa e con due obiettivi chiari: pranzo di pesce in una società velica a Monfalcone, rigorosamente vista mare, e gelato conclusivo sull’isola del sole.
Non manchiamo gli obiettivi, non ci accontentiamo dei km e la allunghiamo, non rinunciamo anche ad un brindisi a noi e alla nostra avventura al Tivoli in spiaggia a Grado!
Morale della favola, 100 km anche la domenica, quello che bastava per chiudere il weekend a cifra tonda: 300. I primi 300 km in bikepacking!
Un’esperienza bellissima, complice un meteo favorevole, il sole ed un cielo costantemente azzurro che rendevano una cartolina ogni scatto fotografico, complice una passione unica che rendeva condivisa ogni decisione sulla logistica o sulla programmazione, complice un’allegria e leggerezza che rendevano un simpatico teatrino anche le fisiologiche differenze che potevano esserci tra di noi.
Tanti infatti gli aneddoti: Mjriam che aveva paura di perdere di vista la sua bici tanto da “prendersi a parole” con una barista che non voleva appoggiassimo le biciclette vicino al nostro tavolo per bere una bibita, io che non volevo farmi dare il cambio e me ne stavo imperterrita davanti a “tirare” il gruppo, Serena che voleva farsi fotografare più o meno ad ogni passo, io che dormivo con le gambe sollevate sui cuscini per il recupero e Serena che dormiva con le gambe fuori dal letto perché era corto, io che non potevo accettare di chiudere sotto i 300 e ho allungato girando a vuoto nel mio paese finchè il computer mi ha dato l’ok a rientrare definitivamente a casa! Mica male questo bikepacking! Quindi? Quindi c’è già il progetto numero 2: la prossima avventura, a fine agosto, ci porterà in Croazia lungo la Parenzana, per poi proseguire verso Rovigno, per la della costa croata, e con un rientro a sorpresa!