È il destino di un grande giro che si disputa nel mese di maggio: bisogna sempre tenere sempre lo sguardo rivolto all'insù, mano sempre al tablet per consultare le previsioni meteo e l'altra che soglia le pagine del Garibaldi per contare i giorni che mancano all'appuntamento con le grandi montagne.
C'è chi si limita a "fare le carte" al cielo per capie come sarà la giornata di Campo Imperatore e chi invece guarda addirittura più in là di una settimana, alla tappa dello sconfinamento in Svizzera, con il Gran San Bernardo e la Croix de Coeur prima dell'ascesa finale a Crans Montana.
Proprio di questa tappa si è molto parlato nelle ultime ore, alla luce delle notizie provenienti dalal Confederazione Elvetica, con i due passi ancora chiusi per neve.
Il Gran San Bernardo è una salita che misura addirittura 34 chilometri con una pendenza media del 5,5% e porta i corridori a quota 2.469 metri per quella che sarà la Cima Coppi del Giro d'Italia 2023. Ma le immagini diffude ieri sera dai servizi della TGR aostana mostrano come il valico sia ancora decisamente innevato e lanciato l'allarme sulla praticabilità della strada nella tappa in programma venerdì 19 maggio.
A chiarire lo stato dell'arte delle cose è stato Steve Morabito, ex professionista e capo dell'organizzazione locale, in una intervista concessa al quotidiano elvetico Le Nouvelliste: «Il problema è che nell'ultimo mese in cima al Gran San Bernardo ha nevicato ogni giorno per un mese e rimuovere una simile quantità di neve è un lavoro infernale. Noi stiamo dando il massimo, ma abbiamo già pronto un piano B. Se non fosse possibile pedalare in vetta, i corridori entreranno in Svizzera attraverso un tunnel come accaduto nel 2006. Smentisco categoricamente che ci sia il rischio di una cancellazione della tappa: semplicemente la frazione sarà più corta di 7 chilometri e avrà circa 500 metri di dislivello in meno. Ma altrettanto categoricamente garantisco che il nostro sogno è ancora quello di vedere il gruppo salire fino in cima tra due pareti di neve».