Sabato 4 settembre la cittadina di Garlasco, nella pianura della Lomellina, in provincia di Pavia, ha voluto ricordare un suo concittadino, Luigi Malabrocca, la cui figura è ciclisticamente sintonizzata e identificata con la maglia nera del Giro d’Italia che negli anni di metà 1900 costituiva motivo di rilevante interesse nell’economia della corsa, almeno economicamente e mediaticamente. Un’etichetta che premiava tangibilmente l’ultimo della graduatoria generale con relativo contorno di sonanti lire e appetibili prodotti gastronomici, un bene prezioso assai per i tempi.
E in questo Luigi Malabrocca, corridore del 1920 nativo di Tortona, in provincia d’Alessandria, ma ben presto trasferitosi a Garlasco con la numerosa famiglia, nel “plat pays” pavese, è stato un bravo, antesignano, maestro, grande, esperto e avveduto calcolatore dei limiti del tempo massimo per non incappare nel temuto f.t.m. (fuori tempo massimo), gareggiando in questo con i suoi rivali in materia, i veneti Sante Carollo (vicentino) e Giovanni “Nane” Pinarello (trevigiano), poi creatore dell’omonimo marchio di biciclette assurto alla notorietà mondiale.
E’ stato comunque un buon corridore, anticipatore della multidisciplinarità, perché stradista di discreta qualità – vincitore della Coppa Agostoni del 1948 e altre corse -, ottimo ciclocrossista (due titoli tricolori conquistati nel 1951 e nel 1953) e pure abile pistard. Luigi Malabrocca, “Luisin el cines” (Luigino il cinese), così era definito per il taglio orientaleggiante degli occhi, ha gareggiato dal 1945, indossando la gloriosa maglia dell’U.S. Azzini di Milano terminando la carriera con quella gialla della prestigiosa Ignis nel 1958. Nel mezzo molti cambi di casacca, sempre alla ricerca delle migliori condizioni economiche possibili.
E’ scomparso, all’età di 86 anni, il 1° ottobre del 2006, alla Cascina Barbesina di Garlasco, dove ha vissuto con la moglie Ninfa e la famiglia e trascorreva parte del’estate in Val Vigezzo.
Il suo ricordo è comunque spesso ravvivato da diverse iniziative di tipo letterario, giornalistico, teatrale, artistico in varie rappresentazioni della sua figura che appartiene alla storia, storia minore forse, ma sempre storia, del ciclismo che ha sollecitato la fantasia e ha originato varie opere. Purtroppo un incendio poco dopo la morte del “Mala” ha distrutto la sua cascina, anche trattoria con specialità del territorio e anche altri cimeli.
La nipote Serena Malabrocca, figlia di un fratello di Luigi, è da sempre impegnata, in modo definibile “multimediale”, a ricordare la figura dell’amato nonno aiutata anche dai ricordi dello zio Ezio, altro fratello del “Mala”, presente alla serata di sabato 4 settembre, nella bella piazza della Repubblica della cittadina di Garlasco, al termine di una giornata intensa, con varie iniziative già illustrate su questo sito dal “Pasto”, Marco Pastonesi, il facondo conduttore e “fil rouge” della giornata, impegnato a tutta nella sua passione per gli ultimi, lui che è un primo, con sandali francescani che richiamavano alla mente i sandali di “Bartali” citati nel celebre brano di Paolo Conte interpretato anche da Enzo Jannacci.
La riuscita, partecipata e coinvolgente serata è stata – letteralmente - illuminata dalle pedalate degli artisti de “La Repubblica delle Biciclette” del noto musicista ferrarese Guido Foddis e dei bravi componenti la sua band che hanno trascinato e coinvolto il numeroso pubblico con gli interventi vari e articolati raccontati e vissuti con la chiave interpretativa appassionata propria di Marco Pastonesi, sua cifra stilistica pure nel parlato oltre che nello scritto.
Gli applausi sono stati convinti e prolungati per tutti i protagonisti da parte degli intervenuti per ricordare Luigi Malabrocca nella sua Garlasco.