Splende il sole sulla Svizzera e l'arcobaleno incorona le strade di Aigle e Martigny. Le nubi sul futuro del campionato del mondo, infatti, sembrano finalmente dissolversi all'orizzonte e lo svolgimento della manifestazione iridata non è più in pericolo.
Lo hanno detto gliorganizzatori quest'oggi nel corso di una conferenza stampa. «C'è ancora molto lavoro da fare, ma faremo in modo che gli atleti non corrano nessun rischio sanitario. Il nostro modello è il Tour de France» ha affermato Grégory Devaud, copresidente del comitato organizzativo. Aggiungendo poi: «Dobbiamo rimanere cauti alla luce della situazione sanitaria mondiale, ma l'organizzazione dei campionati svizzeri su strada il 22 agosto sul nostro circuito è un segnale forte che confermerà il nostro approccio e ci aiuterà a perfezionare le nostre procedure. I nostri pensieri vanno soprattutto alla Foire du Valais, che non si può tenere quest'anno, ma faremo del nostro meglio per teere alta la bandiera della nostra cultura».
Dopo aver esaminato le condizioni sanitarie e le restrizioni attuate dal Consiglio federale, d'intesa con l'Unione ciclistica internazionale (UCI), i Cantoni di Vaud e Vallese e i comuni di Aigle e Martigny, il Comitato organizzatore si sta muovendo per finalizzare l'organizzazione dell'evento.
Il nuovo limite in merito al numero massimo di 1.000 partecipanti ad una manifestazione, che dovrebbe scadere all'inizio del mese di settembre, offre agli addetti ai lavori un margine di manovra più comodo. «L'intenzione - ha affermato Devaud - è comunque quella di evitare grossi assembramenti».
Appuntamento quindi dal 20 al 27 settembre per una rassegna iridata che si annuncia dura, incerta e spettacolare, ovviamente coronavirus permettendo: in Svizzera, per la cronaca, anche oggi viene segnalato un lieve aumento dei contagi che conferma la tendenza degli ultimi giorni.