Dylan TEUNS. 10. Il belga è tipo tosto, lo sanno tutti, anche Ciccone, ma su quelle pendenze c’è poco da scherzare e Dylan ha il ritmo nel sangue, soprattutto sente profumo di classica e non se la lascia sfuggire. Vittoria di tappa importante, di peso, che resta e fa bene all’animo.
Giulio CICCONE. 10. È un reduce del Giro, ed è bene ricordarlo. È qui per la prima volta e ha solo 24 anni. Si butta con tempismo nella fuga giusta e poi là davanti ci resta per tutto il giorno. Scalpita un po’, ma Giulio è fatto così: ha l’argento vivo nelle gambe, nel cuore e anche nella testa. Poi c’è quel muro finale da scalare e vincere, che mira il cielo, per lui che sente il profumo di vittoria è l’occasione della vita. Vorrebbe un successo al Tour, ma trova un modo bellissimo per consolarsi.
Xandro MEURISSE. 8. Tosto come pochi, lotta tutto il giorno e resta lì in zona podio fino alla fine. Anche sul muro si difende: e chi lo schioda.
Geraint THOMAS. 10. Ecco, i discorsi stanno a zero. Problemi in squadra, Bernal è di un altro pianeta. Gli basta il primo arrivo in salita per sistemare diverse cose: dentro e fuori dalla squadra. Anche quest’anno, i conti si dovranno fare con lui.
Thibaut PINOT. 8. Fino a questo momento sta correndo alla grande. Attento e presente come pochi. Anche su questo traguardo è lì, immediatamente in scia a Thomas.
Julian ALAPHILIPPE. 7. È un grande perché ci prova, fino alla fine e fino in fondo. Dà anche l’impressione di poter tenere la maglia, di concludere questa tappa alla sua maniera, e sappiamo bene tutti cosa significhi. Sono in tanti a dire: basta interpretare questa tappa come una classica. Sì, certo, come no: peccato che arrivi dopo quasi una settimana. Difatti qualcosa Julian paga.
Nairo QUINTANA. 6. La sfinge è lì, anche se perde 7 secondi da Thomas. È poca cosa, ma perde: anche oggi.
Jakub FUGLSANG. 6. Acciaccato e rotto, dopo le cure di questi giorni, il danese deve medicare un po’ la tappa, in attesa di tornare a curare bene la classifica.
Richie PORTE. 5,5. La tappa di oggi non è un granché: dei big perde forse qualcosa di troppo.
Egan BERNAL. 5. Viste le premesse, oggi giornata assolutamente no. Tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il Tour.
Adam YATES. 5. Scivola anche lui nelle retrovie. Tappa esplosiva, che lo fa scoppiare.
Daniel MARTIN. 5. Non è chiaramente la sua tappa, ma la sua marcia al momento è al rallentatore.
Rigoberto URAN. 5. È un passista di resistenza, e quindi deve per forza di cosa guardare avanti. Non certo all’oggi.
Eric MAS. 5. Sono tanti i bocciati oggi, e ci sta anche lui.
Steven KRUIJSWIJK. 5. Non bene, respinto dalla montagna.
Vincenzo NIBALI. 5. È tra i pochissimi ad avere un Grande Giro nelle gambe, e alla fine – in questo inizio – si vede. Tiene duro fino al muro definitivo e totale. Prova a resistere, forse pure troppo, e paga in maniera eccessiva
Fabio ARU. 6,5. Per come è stato il suo avvicinamento al Tour cosa gli si può dire? Fa un’ottima prova.
Romain BARDET. 4. Ha preparato il Tour con puntiglio e rigore, ma al momento non c’è. Non pervenuto. Speriamo che decida di venire al Tour.
Mikel LANDA. 6,5. I suoi Movistar nel finale prendono in mano la situazione. Valverde (voto 8) fa un lavorone, poi ci prova lui: fa il suo.
Michal KWIATKOWSKI. 7. Nel finale resta solo lui. La Ineos si dissolve e a fianco di Thomas e Bernal resta solo il polacco: da clonare.
Warren BARGUIL. 3. È il primo dei cosiddetti big a provare a prendere il largo. Ci prova, con uno scattino. Poi arriva Landa e gli fa vedere come si fa.
Kasper ASGREEN. 8. La Deceuninck inserisce il pilota automatico – che in questo caso ha un nome e un cognome: quello del corridore danese – e tiene il gruppo per tre quarti di corsa. Tranquilli, sereni: si fa per dire…
Andrea PASQUALON. 7. Il 31enne veneto della Wanty Gobert è uno dei corridori meno considerati dal nostro movimento, per questo da sempre è lui che si muove e va: all’estero. Anche quando corre, non è solito a dormire sugli allori. Oggi entra subito nella prima fuga di giornata, con Benoit Cosnefroy (Ag2r La Mondiale), Dylan Teuns (Bahrain-Merida), Serge Pauwels (CCC Team), Julien Bernard e Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), Nikias Arndt (Sunweb), Natnael Behrane (Cofidis), André Greipel (Arkéa-Samsic), Thomas De Gendt e Tim Wellens (Lotto Soudal), Xandro Meurisse (Wanty-Gobert), Fabien Grellier (Total Direct Energie) e Nils Politt (Katusha-Alpecin). Il primo traguardo volante di Linthal se lo aggiudica lui, precedendo nell’ordine Politt e Graipel. Poi lotta, nelle posizioni di avanguardia fino ad una ventina di chilometri dal traguardo: che gara…
Patrick BEVIN. 7. È il primo ritirato del Tour. Caduto pesantemente nella quarta tappa, il neozelandese della CCC si deve arrendere ai dolori lancinanti dovuti alla frattura di due costole, che gli costano il Tour.