E’ stata una carriera lunga quella fra i professionisti di Filippo Simeoni. Il corridore d’origine laziale ma nato a Desio il 17 agosto 1971, in Brianza, poiché i suoi genitori, a metà degli anni ’60, si erano trasferiti da Sezze, in provincia di Latina, a Seregno, cittadina attaccata a Desio, per seguire il padre che lavorava – e duro – nell’edilizia. I Simeoni, con tre figli, abitavano proprio di fronte al glorioso stadio “Ferruccio” di Seregno, lungo la vecchia Strada Vallassina, l’arteria che convoglia e conduce gli appassionati praticanti di ciclismo della zona a nord di Milano che, soprattutto nei fine settimana, sciamano ancora, letteralmente, sulle vicine strade, con salite di varia difficoltà e pendenza, della Brianza, del comasco e del lecchese. Le sue attenzioni di ragazzino erano soprattutto attratte dalle maglie e dalle biciclette dei cicloturisti e, per conseguenza, le maglie giallo-blu sfoggiate dai suoi coetanei della gloriosa società Salus Seregno, un tempo ricco vivaio del ciclismo.
Ben presto, ancora giovanissimo, inizia a gareggiare con orgoglio indossando questa maglia. La sua attività di giovane ciclista s’incrocia con quella del suo coetaneo Nicola Miceli, pure lui nato a Desio, sede dell’ospedale di zona, ma di famiglia siciliana, abitante nella vicina Nova Milanese, già effervescente anche in età giovanile.
Approda fra i professionisti, dopo avere rivestito la maglia della marchigiana SICC Jesi fra i dilettanti, nel 1995 con la Carrera Jeans diretta da Davide Boifava coadiuvato da Beppe Martinelli e Sandro Quintarelli. Trova compagni di squadra quali Claudio Chiappucci, Marco Pantani, Enrico Zaina e Nicola Miceli, suo vicino di casa, soggetto sempre più estroverso. I due sono stati gli unici a gareggiare fra i professionisti di un nutritissimo gruppo di, allora giovani, praticanti l’agonismo della zona briantea.
Nel 1997-98 è all’Asics, nel 1999 alla Riso Scotti 2000 Amica Chips, poi nel 2001 alla Cantina Tollo, 2002 Acqua & Sapone, 2003-2004 Domina Vacanze, 2005-2006 Naturino, 2007 Aurum Hotels e nel biennio 2008-2009 termina la carriera con la Ceramica Flaminia. E’ una carriera articolata che l’ha visto dare sempre il suo sostanzioso contributo alla causa della squadra ricavando comunque soddisfazioni con una vittoria di tappa al Giro di Spagna 2001 e replica, sempre alla Vuelta, con un’altra vittoria di tappa, nel 2003.
Il 2004 è l’anno contrassegnato dalla vicenda che l’ha visto contrapposto, su un piano non puramente sportivo – e suo malgrado -, a Lance Armstrong, con grande evidenza e risalto mediatici in tutto il mondo, durante la terzultima tappa del Tour de France. A Filippo Simoni, in fuga con altri sei corridori, fu intimato di fermarsi, da emissari del texano, e poi dallo stesso, perché il laziale era stato giudicato reo di collaborazione e confessioni della sua frequentazione con il dottor Michele Ferrari. Una circostanza che Filippo Simeoni ammise di fronte agli inquirenti sia della giustizia sportiva, sia di quella ordinaria.
Brutta e triste vicenda, molto triste, passata anche nelle aule dei tribunali che oppose Simeoni a Armstrong con il corridore di Sezze profondamente amareggiato dalle conseguenze della “querelle” ma che sentiva – e lo conferma ancora – la necessità di dichiarare i fatti come erano accaduti. Non ha gioito quando poi, a distanza di anni, lo stesso Lance Armstrong ha confessato quanto in precedenza negato.
Ha indossato la maglia tricolore vincendo il campionato italiano dei professionisti nel 2008, lungo l’impegnativo circuito di Bergamo, una soddisfazione particolare conquistata a trentasette anni con la Ceramica Flaminia, formazione che gli aveva dato fiducia dopo lo stop legato alle vicende sopra riferite, anticipando e resistendo nel finale al ritorno degli altri compagni di fuga dai quali si era avvantaggiato negli ultimissimi chilometri. Alle sue spalle, nell’ordine, si classificarono Giovanni Visconti e Filippo Pozzato.
La primavera successiva, era il 2010, Filippo Simeoni ha provato un’altra fortissima amarezza quando la sua squadra non fu invitata al Giro d’Italia. E’ stato un motivo acceleratore di un ritiro dall’attività pur essendo titolare in carica della maglia di campione d’Italia.
Intanto Filippo Simeoni era tornato a Sezze, caratteristico centro in provincia di Latina, all’interno, in collina, quasi al confine della Ciociaria, dove gestisce un locale pubblico. E’ sposato con Annalisa e ha due figli, Simone 14 anni e Antonio, 8 anni.
Il primo, nonostante l’iniziale resistenza del padre, ha voluto cimentarsi con il ciclismo, motivo che ha indotto Filippo a riavvicinarsi alle due ruote, vicino ai giovanissimi, con entusiasmo controllato e rapportato alle sue esperienze, puntando soprattutto sull’aspetto ludico e formativo rispetto alla visione agonistica pura. Un’iniziativa che ha fatto diversi proseliti fra i giovanissimi della zona con valenze positive. Su sollecitazione di molti appassionati laziali Filippo Simeoni accetta la proposta di candidatura a vice presidente del comitato regionale del Lazio della F.C.I.
E’ eletto nella carica all’inizio del 2017 ma, come una doccia fredda, con decisione a posteriori, la sua elezione è invalidata per motivi legati alla sanzione di squalifica che aveva ricevuto. Questo nel rispetto del dettato delle norme federali in vigore ma non prospettata preventivamente al candidato, come sembrava maggiormente opportuno.
Simeoni incassa anche questo colpo e continua la sua collaborazione, come presidente onorario, con la squadra dei giovani che si chiama “il Pirata” e, per il nome, pensiamo non ci sia bisogno di ulteriori spiegazioni al riguardo, che svolge la sua attività a Sezze e nel territorio circostante. La società, presieduta da Andrea Campagnaro, opera attivamente con vari collaboratori e apporti di sostegno, per consentire ai giovanissimi la pratica del ciclismo, ritrovando in Filippo Simeoni un competente e appassionato riferimento.
Giuseppe Figini