Anche in questo 2017 sono state ritrovate le biciclette e la suggestiva ambientazione dove, da anni, la “due giorni” organizzata da Rossignoli, propone biciclette, motivi, ambiente ed atmosfere di particolare e partecipata attrazione. E che, comunque, si trovano e ritrovano con piacere.
Del resto, Rossignoli, a Milano dal 1900, come recita lo slogan, è un riferimento storico delle due ruote meneghine. E così, ogni inizio di primavera, il negozio e gli spazi annessi che si sviluppano in due caratteristici cortili, comunicanti, della vecchia (ma è un pregio…) Milano, in corso Garibaldi, al confine con il quartiere di Brera, in coincidenza con il richiamo internazionale del salone del mobile, Rossignoli apre per due giorni i suoi spazi alla passione per la bicicletta e il ciclismo. Un evento “fuori salone” che, come altri con vari soggetti e temi, richiama una folla autentica di visitatori provenienti da ogni parte del mondo.
E’ sempre grande la meraviglia e perfino lo stupore che si legge sul viso dei visitatori che entrano nello spazio espositivo di “Biciclette ritrovate”, di ogni età, di ogni continente, che guardano, leggono, fotografano i pezzi da collezione che ripropongono un po’ la storia delle biciclette e del ciclismo.
La “squadra Rossignoli” che si dedica è ben strutturata, motivata e disponibile anche e soprattutto nei confronti di coloro che, pur non essendo competenti, vogliono informarsi, conoscere, toccare con attenzione e, sovente, con commozione, pezzi storici. E’ Giovanna Rossignoli la signora movimentatrice dell’iniziativa che vede coinvolti e partecipi gli altri componenti la storica famiglia e i dipendenti che “sentono” particolarmente l’evento e garantiscono la loro massima disponibilità anche verso i visitatori occasionali. E c’era pure la parte di Rossignoli che opera nella bottega di via Solari, ripresa dagli Zanazzi, nel ricordo di Valeriano, Renzo e Filippo Zanazzi, amici di famiglia. La regia – definiamola artistica e d’indirizzo –, a giusta ragione, è stata come sempre affidata alla sensibile cura di Giuseppe Castelnovi, un veterano de La Gazzetta dello Sport.
Sul marciapiede antistante al negozio un’ammiraglia della Vittoria, completa di tutto punto con biciclette, ha esercitato un forte richiamo visivo nell’intenso via vai del Corso Garibaldi mentre, all’interno, all’estremità opposta, un’ammiraglia ricordava lo squadrone della Salvarani.
Nel mezzo c'era un’eccellente scelta di modelli di biciclette delle varie epoche con quelle storiche della collezione delle “bici dei mestieri” di Maurizio Marzorati a rubare gli occhi ai visitatori e l’importante contributo di motivi e pezzi di valore del patrimonio del Museo del Ciclismo del Ghisallo.
E poi libri, di biciclette e ciclismo ovviamente, con la presentazione milanese di “La Stoffa dei Campioni” di Ediciclo scritta dalle note penne di Claudio Gregori, Marco Pastonesi e Attilio Scarpellini, che racconta i settant’anni di storia della Manifattura Valcismon e dei marchi Sportful, Castelli e Karpos. La brillante presentazione è stata proposta da Pier Bergonzi, vice-direttore della rosea e autore dell’introduzione, alla presenza di vari componenti la famiglia Cremonese.
Nell’occasione la signora Lalla Castelli, moglie di Dino Zandegù, ha conosciuto la famiglia che ha rilevato il marchio fondato dal fratello Maurizio e con l’affettuoso ricordo di Armando Castelli, il papà, storica presenza nel settore dell’abbigliamento ciclistico con la Vittore Gianni.
Gente, tanta gente, sempre in tutte le ore della due giorni che ha convogliato da Rossignoli, in Corso Garibaldi, a Milano, molti amici legati al mondo delle due ruote, collezionisti, provetti artigiani, operatori del settore e, soprattutto, un andirivieni continuo di visitatori.
Un bel sole in un bel cielo milanese con i raggi che foravano la cortina di glicini fioriti, un’altra componente del successo, ha accompagnato la manifestazione nelle due giornate lasciando le suggestioni della sera al gioco delle luci per un evento che può, a ragione, considerarsi un classico per una sempre bella e rifiorente primavera delle due ruote.
Giuseppe Figini