Anche quest’anno la Milano-Sanremo non ha deluso le attese: incerta fino alla fine, alla portata di molti, grandi Campioni a giocarsi la vittoria, ma alla fine uno solo può festeggiare e godersi gli onori della Vittoria. Per tutti gli altri un mix di delusione e recriminazioni, di “se” e di “ma”, che però non modificano l’inappellabile ordine d’arrivo.
Già, forse la Sanremo è per molti aspetti la corsa “del giorno dopo”, quella in cui le analisi, le pagelle, i giudizi e le critiche fanno probabilmente più clamore della cronaca della corsa stessa.
Ed anch’io, che dell’analisi ho fatto il mio mestiere, non potevo esimermi dal fare un resoconto della gara utilizzando gli strumenti a me più familiari, garanzia di precisione e di oggettività: grafici e numeri!
Grazie ad uno degli Eroi che è riuscito a portare a termine l’edizione di quest’anno, e che mi ha gentilmente inviato il suo file SRM, cercherò di portare alla Vostra attenzione gli aspetti più interessanti e rilevanti della sua prestazione. E non è un partecipante qualsiasi quello di cui analizzeremo le gesta, ma uno che è stato protagonista prendendo una bella dose di vento in faccia in testa al gruppo nelle fasi finali di corsa: stiamo parlando di Alessandro De Marchi! Il friulano in maglia Cannondale, infatti, ha fatto un grandissimo lavoro a supporto del suo capitano, Peter Sagan, sulla salita della Cipressa e sull’Aurelia tra la fine della discesa della Cipressa e l’inizio del Poggio.
Fig. 1. Milano-Sanremo: 6h54’ a 230 W medi (3,38 W/kg), 5702 kJ di dispendio energetico.
Nella Figura 1 abbiamo una schermata dell’intero file SRM della Sanremo di De Marchi. In grigio vediamo l’altimetria, in verde la potenza, in rosso la frequenza cardiaca, in fucsia la velocità, in blu la cadenza di pedalata, ed infine in viola la temperatura.
Da premettere che nel file mancano circa 8’ di dati, “buco” dovuto ad alcune interferenze nel finale di gara probabilmente a causa della vicinanza dell’elicottero per le riprese TV, problema registrato anche negli altri dati provenienti da misuratori di potenza che ho potuto analizzare.
La Sanremo di Alessandro è durata 7h02’, ma nel file troviamo solo 6h54’ per le cause appena descritte. I km risultano essere 283, percorsi ad una velocità media di 41 km/h con un dislivello 1163 m. Il dispendio energetico totale è stato di oltre 5700 kJ, davvero notevole. Ed è proprio questo dato che rende difficile, nonostante il percorso privo di grosse difficoltà altimetriche, la Classicissima: affrontare due “salitelle” come Cipressa e Poggio dopo aver consumato più di 5000 kJ fa sì che le forze in campo siano ridotte al lumicino per molti, permettendo solo a quei pochissimi eletti di cui si parlava nel precedente articolo di arrivare a giocarsi la vittoria.
Un altro aspetto che quest’anno ha sicuramente reso ancor più forte la sofferenza degli atleti è costituito dalle condizioni climatiche. Pioggia e vento per tutte le 7h di corsa, con una temperatura media registrata dall’SRM di De Marchi pari a 9°C, decisamente pochi per essere a fine marzo, soprattutto in considerazione del fatto che fino a 2 giorni prima gli atleti avevano gareggiato e si erano allenati con temperature nettamente superiori, anche oltre i 20°C in molti casi, situazione che ha portato i ciclisti a soffrire ancora di più, dato che non erano “allenati” a gareggiare in tali condizioni.
Il dato dal mio punto di vista più rilevante è rappresentato dalla potenza media espressa da Alessandro in gara: 230 W medi, pari a 3,38 W/kg, sono un valore molto alto se rapportato alle 7h di corsa. Se poi prendiamo in esame le ultime 4h circa di gara, quelle più intense, il valore di potenza media è pari a 257 W (3,78 W/kg), davvero notevole se pensiamo che la Sanremo viene sempre descritta come una corsa “facile”.
A proposito di situazioni definite “facili”, in Figura 2 vediamo il Passo del Turchino, che viene affrontato praticamente a metà gara. 11 km in 18’37” a 323 W di media (4,75 W/kg), con gli ultimi 1,7 km percorsi in 3’55” a 439 W medi (6,46 W/kg): non proprio una passeggiata, che di sicuro resta nelle gambe degli atleti nel finale di gara.
Fig. 2. Passo del Turchino:18’37” a 323 W medi (4,75 W/kg) dopo 3h30’ di gara
E veniamo alle fasi salienti di questa Sanremo 2014: nella Figura 3 vediamo la salita della Cipressa affrontata da De Marchi. Chi ha visto la gara in TV si ricorderà che il nostro Alessandro è stato assoluto protagonista proprio in questo frangente, mettendosi in testa al gruppo con a ruota il suo capitano Peter Sagan a tirare ad un ritmo regolare ma molto elevato, con l’obiettivo di avvicinarsi ai fuggitivi di giornata ma soprattutto di far perdere contatto o comunque far faticare più del dovuto i velocisti in gruppo. Obiettivo raggiunto in pieno, con molti velocisti che si staccavano o facevano molta fatica a restare in gruppo, e con i fuggitivi che vedevano il loro vantaggio ridursi metro dopo metro.
Purtroppo proprio in questa fase l’SRM di De Marchi ha subito qualche interferenza, dovuta come accennato probabilmente alla vicinanza degli elicotteri per le riprese TV. Pertanto possiamo analizzare solo circa metà della salita percorsa da Alessandro, ma data l’andatura regolare probabilmente i dati in nostro possesso possono essere estesi all’intera salita.
Nei 5’21” (contro i 10’45” totali di salita) impiegati per percorrere i 2,5 km con dislivello di 95 m (pendenza media 3,8%) la potenza media erogata da De Marchi è stata di 422 W, pari a 6,2 W/kg, valore molto alto se pensiamo che tale prestazione è stata fornita dopo circa 6h di corsa.
Fig. 3. Cipressa: 5’21” a 422 W medi (6,2 W/kg) dopo 6h di corsa.
Un altro frangente in cui il nostro Alessandro si è reso protagonista, è sicuramente il tratto sull’Aurelia che collega la fine della discesa della Cipressa con l’inizio della salita del Poggio. Nella Figura 4, nonostante ancora qualche piccola interferenza, possiamo notare benissimo quanto il nostro atleta si sia impegnato per andare a riprendere Vincenzo Nibali, solitario in quel momento al comando della gara dopo la bella azione sfoderata sulla salita della Cipressa.
Nonostante ci troviamo in leggera discesa, Alessandro ha fatto registrare per 9’ circa una potenza media di 347 W (5,1 W/kg), ed è anche grazie a questa sua rilevante prestazione se il gruppo è riuscito a ricucire su Nibali, che ha imboccato il Poggio con meno di 10” rispetto ai quasi 50” che aveva guadagnato a fine discesa della Cipressa.
Fig. 4. Tra Cipressa e Poggio: 9’02” a 347 W medi (5,1 W/kg) dopo 6h 30’ di gara
Per quanto riguarda l’ultima asperità di giornata, il Poggio, De Marchi aveva ormai portato abbondantemente a termine il proprio lavoro, e come si può notare dalla Figura 5 è stato affrontato a bassa intensità (per lui) con l’unico obiettivo di raggiungere l’arrivo a Sanremo. Per coprire i 3,6 km con circa il 3% di pendenza media, Alessandro ha impiegato 9’47” (contro i 6’50” della testa della corsa) con una potenza media di 261 W (3,84 W/kg), valore come già detto più basso rispetto a quelli visti finora a causa del fatto che ormai per lui le energie erano terminate ai piedi del Poggio avendo svolto un gran lavoro in favore di Peter Sagan.
Ipotizzando che Alessandro avesse affrontato il Poggio in testa al gruppo, dai miei calcoli avrebbe dovuto erogare circa 440 W per impiegarci 6’50”, pari a 6,47 W/kg, Il tutto dopo quasi 7h di gara.
Fig. 5. Poggio: 9’47” a 261 W medi (3,84 W/kg) dopo quasi 7h di gara.
Nel mio precedente articolo sull’analisi delle caratteristiche che deve avere un atleta per vincere una Milano-Sanremo, avevo sottolineato come le principali fossero grandi doti di fondo unite ad una buona tenuta sulle salite brevi ed alla capacità di sprintare con ancora una buona esplosività dopo 300 km. Sicuramente il vincitore di quest’anno, il norvegese Kristoff, possiede tutte queste doti, poiché era tra coloro che si sono giocati la vittoria l’unico in grado di sprintare con grande potenza dopo aver percorso l’intero tragitto tra Milano e Sanremo con le condizioni climatiche che hanno caratterizzato l’edizione di quest’anno. A tutti gli altri evidentemente è mancato qualcosa: al secondo, Cancellara, l’esplosività per competere con uno sprinter; a Cavendish, altro grande favorito, la capacità di sprigionare tutti i suoi watt dopo 300 km. Pertanto ci troviamo di fronte ad un vincitore degno e meritevole, che sicuramente in questa stagione e nelle prossime continuerà a dimostrare tutto il proprio valore sui traguardi delle corse più importanti del calendario internazionale.
Claudio Cucinotta *
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Preparatore atletico, laureato in Scienze Motorie e specializzato in
Scienze dello Sport all'Università degli Studi di Udine col massimo dei
voti. Ciclista Professionista dal 2006 al 2010. Tecnico della FCI e del
CONI. Componente del Centro Studi della FCI. Collaboratore della
Nazionale Italiana di Ciclismo, settori Strada, Crono e Pista.
Specialista in valutazione funzionale, biomeccanica e programmazione
dell'allenamento applicate al ciclismo ed agli sport di endurance.