Durante il raduno della nazionale crono di Camaiore, mi sono imbattuto in un caso estremamente subdolo e complesso. Un atleta juniores, che già mostra attitudini e numeri che fanno ben sperare per il futuro, presentava un assetto in bicicletta estremamente sbilanciato.
Col CT Rino De Candido, il fisioterapista Veraldro Valdrè e il tecnico federale del Centro Studi FCI Luca Plaino abbiamo seguito per parecchi chilometri il gruppo e abbiamo analizzato l’atleta in questione in diverse situazioni. L’atleta in bicicletta era completamente asimmetrico, andando a ruotare il lato sinistro del bacino in avanti con una anteroversione della cresta iliaca sinistra. In cascata provocava una sofferenza di tutta la gamba sinistro con una non estensione del tallone sinistro. A sua volta, per limitare questa caduta di peso a sinistra, l’atleta compensava con una rotazione della spalla destra in avanti.
Morale della favola: c’era una grande dispersione di forza per mantenere l’equilibrio in sella e contrastare tutte queste tensioni che si creavano. Forza che veniva tolta inevitabilmente alla propulsione, alla prestazione.
Nel pomeriggio, fisioterapista e medico si sono adoperati per andare ad isolare le cause di questa torsione, diagnosticando una serie di problemi posturali (traslazione di bacino a sinistra con ipertono gluteo sinistro, bacino sinistro in anteroversione, sternocleidomastoideo sinistro iperteso con conseguente rotazione della testa verso sinistra, occhio sinistro dominante, spalla sinistra più alta, spalla destra in leggera rotazione interna, rettilinizzazione dorsale e scapola alata sinistra, bicipite brachiale teso, buona flessibilità). Grazie ad una serie di test chinesiologici, il problema è stato identificato con assoluta certezza: un deficit alla vista era all’origine di tutte queste problematiche.
Tradotto in parole povere: un deficit visivo ad un occhio lo portava a ruotare col corpo innescando tutta una serie di tensioni in diverse parti del corpo. Tensioni che si manifestavano anche sulla bicicletta.
L’atleta, nel tempo, ha provato a risolvere la cosa provando ben tre paia diverse di occhiali fatti su misura e diversi tipi di lenti a contatto, ma purtroppo ha dovuto abbandonare la soluzione visto che aveva una percezione completamente alterata degli spazi e degli ostacoli creando diversi pericoli a se stesso e al resto del gruppo.
Il problema a questo punto, finchè non si troverà una sistema per correggere la vista anche in sella, sarà analizzato su due fronti paralleli: l’atleta dovrà ciclicamente sottoporsi a trattamenti fisioterapici e osteopatici per sbloccare tutte le tensioni e sarà obbligato al termine di ogni uscita in bicicletta a svolgere una serie di esercizi di sblocco e riequilibrio per non peggiorare ulteriormente, la posizione in sella invece sarà riequilibrata differenziando leggermente le placchette. Differenzazione che andrà via via diminuendo fino allo scomparire delle tensioni.
Come potete vedere, un difetto visivo (chi non ne ha?!) riesce ad alterare in maniera pesante la postura nella vita di tutti i giorni e in sella della bicicletta, andando a togliere efficienza alla pedalata. Una corretta diagnosi ed un percorso di riequilibrio diventano fondamentali sia per chi cerca il comfort in sella ma anche per chi mira alla prestazione pura.
Nella prossima puntata analizzeremo come anche la bocca riesce ad alterare la posizione in sella.
(Bibliografia “La riprogrammaziona posturale globale” Dr Bricot ed. Statipro)
Marco Gatti
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