Richie Porte ha ufficialmente premuto il tasto stop sulla sua carriera. Avrebbe probabilmente voluto godersi un po’ di più il suo ultimo giorno in sella al Tour of Britain, ma la cancellazione delle ultime tappe in segno di lutto per la morte della Regina Elisabetta II lo hanno costretto a un addio un po’ più anonimo e anticipato di qualche giorno.
Il tasmaniano ha postato sui suoi social una foto in bianco e nero del suo ultimo foglio-firma: «In quel momento non sapevo che sarebbe stata l'ultima volta che sarei salito sul palco del foglio-firma come corridore professionista – scrive il corridore della Ineos Grenadiers -. È terminato un capitolo della mia vita lungo 13 anni con alcuni ricordi incredibili. Non avrei mai immaginato, quando ero un ragazzino in Tasmania, che sarei stato così fortunato da girare il mondo in sella alla bicicletta, correre in alcune delle migliori squadre del mondo e incontrare così tante belle persone. Sto apprezzando tutti i messaggi che mi stanno arrivando e anche il supporto ricevuto al Tour of Britain lungo le strade. Ora sono davvero pronto a godermi il prossimo capitolo. Come dice Forrest Gump: 'Sono un po' stanco, penso che ora me ne andrò a casa'».
Il 37enne di Launceston è stato uno dei migliori interpreti delle brevi corse a tappe dell’ultimo decennio, con vittorie della classifica generale della Parigi-Nizza (due volte), Giro di Svizzera, Giro di Catalogna, Giro del Delfinato, Giro di Romandia, Tour Down Under (due volte), Giro del Trentino e Volta ao Algarve, per un totale di 33 vittorie da professionista.
Maglia bianca al Giro d’Italia 2010, il suo primo GT, la ciliegina sulla torta è arrivata però nel 2020, quando è riuscito a salire sul podio finale del Tour de France dietro a Tadej Pogacar e Primoz Roglic, dopo una carriera vissuta all’inseguimento di quel traguardo che, per cadute o sfortune varie, gli era sempre sfuggito.