Oltre il 2% degli atleti amatoriali sottoposti a controlli antidoping nel 2018 è risultato positivo, con cannabinoidi, anabolizzanti e stimolanti che sono state le sostanze più trovate. Lo afferma il report pubblicato dal ministero della Salute.
Dai risultati delle analisi condotte dal laboratorio antidoping della Federazione medico Sportiva Italiana è emerso che dei 594 atleti controllati, 13 sono risultati positivi ai test antidoping (il 2,2% degli atleti sottoposti a controllo). Nel 2018, la percentuale più elevata di principi attivi rilevati ai controlli antidoping appartiene a cannabinoidi (33,3%), agenti anabolizzanti (26,7%), stimolanti (26,7%).
"A differenza di quanto registrato negli anni precedenti, nel 2018 non è stata rilevata una significativa differenza di genere tra gli atleti risultati positivi: si osserva infatti che la percentuale di positività è pari al 2,3% per gli uomini e all'1,9% per le donne". Il fenomeno sembra essere più diffuso tra gli atleti amatoriali 'più anziani'. Nei giovani fino a 23 anni, gli atleti positivi rappresentano lo 0,9% del campione, nella fascia d'età 24-38 anni sono pari al 3,4% mentre negli over 39 sono pari al 4,8%. Per quanto riguarda gli sport, la maggior percentuale di positività riscontrate si è avuta nella boxe, seguita nel taekwondo e dal rugby.