Il fenomeno doping a livello amatoriale - nel ciclismo, nelle palestre, sui campi - è in continua espansione. Ad alzare il velo su questo mondo sommerso è la nuova puntata dell'inchiesta che il collega Giulio Mola sta portando avanti sulle pagine de Il Giorno (clicca qui). Vi proponiamo alcuni passi - invero inquietant - della puntata odierna.
Ragazzini. Tanti. Spesso col volto acqua e sapone. Ma pure padri, madri, pensionati. Tutti a caccia di cocktail "micidiali" (loro lo chiamano "aiutino") pur di emergere anche nelle gare amatoriali. O di fare bella figura in palestra davanti agli amici... Sono i dopati del weekend. Punture, fiale, beveroni. Non manca nulla fra i dilettanti della domenica, che troppo spesso ignorano di rischiare malattie al cuore, impotenza e trombosi come conseguenza dell'assunzione di farmaci...
...«Sono sempre stato un appassionato di bici - racconta il sessantaquattrenne bergamasco Ivan su uno dei numerosi forum dove i dopati della domenica si confrontano in maniera anonima - e per molti anni le gare erano solo un divertimento. Ad un cero punto, però, mi sono reso conto che non ce la facevo più a star dietro agli altri. I miei amici, soprattutto i più giovani, li vedevo sfrecciare mentre io arrancavo. Così ho cominciato a prendere il Ventolin, mi apriva i bronchi e mi dava più ossigeno. Il problema è che mi avevano consigliato di assumere antiinfiammatori. Un cocktail di veleni che ho pagato a caro prezzo, perché le conseguenze sono state pesantissime. Ho avuto prima problemi gastrici, poi anocra più seri ma cardiaci, e tutto questo solo per salire sul sellino sentendomi più forte...».