Perché la Romagna si sta trasformando in “terra del triathlon”? Sarebbe troppo semplice dire che laddove si praticavano con successo nuoto e ciclismo, non si poteva che approdare alla triplice disciplina. Che comunque è vero.
Per capirne meglio le ragioni, bisogna andare a conoscere chi, di questo successo, è un indiscusso protagonista.
Alessandro Alessandri, riminese, classe 1970, ha declinato sé stesso e la sua famiglia al Triathlon.
Alessandro cercando qualche informazione sul tuo sito ho trovato: “A 5 anni assieme alla sorella Stefania inzia a correre… e non si è più fermato!”. Quindi tutto è iniziato con la corsa… Come sei passato al triathlon ? E quale è stato il tuo risultato più prestigioso?
«Dopo aver corso per 22 anni ininterrottamente e con discreti risultati cronometrici, all’età di 27 anni ho inserito la bicicletta come nuovo mezzo di allenamento, in quanto un problema al tendine di Achille non mi permetteva di correre con regolarità. Favorito da una muscolatura forte e dalla capacità di lavorare ad alte frequenze cardiache, ho trovato fin da subito un buon adattamento e una certa competitività in salita. Il passaggio al Duathlon è stato quasi automatico. A seguito del titolo Italiano a Squadre nella neonata società riminese Triathlon Duathlon Rimini, che dopo più di vent’anni è ancora la mia squadra, la mia avventura internazionale è iniziata con la Coppa Europa di Duathlon (1997 e 1998), ed è proseguita con un Bronzo Europeo (1998) e un Bronzo Mondiale (2003), il risultato più prestigioso della mia carriera. Il 2003 ha visto il mio esordio ufficiale nel triathlon sulle lunghe distanze. Ho vinto anche 7 titoli Italiani nel Duathlon Classico e uno sulla distanza Ironman».
Ad un certo punto sei passato dalla carriera di sportivo a quella di organizzatore di eventi di duathlon e triathlon, di presidente e allenatore di una società sportiva e hai ricoperto anche un incarico in Federazione: in quale veste secondo te hai raggiunto i traguardi più importanti?
«Dal 2001, mentre ancora ero in piena attività agonistica, insieme ai dirigenti della società abbiamo incominciato ad organizzare eventi sportivi. Da allora in Romagna abbiamo portato 2 Campionati Mondiali di Duathlon, un Campionato Europeo di Duathlon, uno di Triathlon Media Distanza e dieci titoli Italiani. Dal 2013 abbiamo organizzato cinque edizioni di Challenge Rimini, che dal 2018 diventerà Challenge Riccione. Dal 2004 al 2016 ho ricoperto la carica di Consigliere federale, e dal 2017 sono stato nominato Coordinatore Federale del MultiSport: seguo le attività degli atleti da convocare ai Campionati Europei e Mondiali delle discipline del Duathlon, Winter Triathlon, Aquathlon, Triathlon Lungo e Cross. Sono state certo di tipo diverso le soddisfazioni che il mondo del Triathlon mi ha regalato, e, nello stesso tempo, tutte molto gratificanti. Negli anni mi hanno spinto a dare sempre il 100% di me».
Per 5 anni la tua società sportiva ha portato insieme al marchio Challenge il Triathlon Internazionale in Emilia Romagna, col Challenge Rimini. Il passaggio di consegne tra Rimini e Riccione, mi sbaglio o è un passaggio del testimone condiviso e che porta molteplici benefici per tutti (NdA : tra cui anche la possibilità per Rimini di liberare risorse per le Olimpiadi Under 14 di settembre, 5.000 tra tecnici e atleti)?
«L’esperienza organizzativa di Challenge Rimini, durata 5 anni, è stata per noi la scommessa di portare un evento internazionale da riproporre negli anni. Sono stati cinque anni impegnativi, in cui abbiamo investito molte energie per far crescere nei numeri un evento che inizialmente ha faticato a decollare. Gli Italiani nel tempo hanno risposto in modo positivo, ora dobbiamo concentrarci sulla percentuale degli atleti di oltre confine. La decisione di cambiare location da Rimini a Riccione è stata dettata dalla necessità di riuscire ad attirare gli atleti stranieri. Riteniamo che lavorando in sinergia con l’amministrazione riccionese e gli operatori, che negli anni hanno fatto del turismo sportivo il fiore all’occhiello della propria economia, unitamente alla struttura di Riccione Terme, in cui atleti e accompagnatori che parteciperanno a Challenge Riccione potranno rilassarsi durante il loro soggiorno, riusciremo ad offrire un weekend di sport e relax, insieme alla rinomata ospitalità che ci distingue in tutto il mondo».
Per chi partecipa, cosa cambia dal 2017 al 2018? E cosa resta invariato?
«Cambiando location cambia quasi tutto. Resterà in gran parte invariata solo la frazione di ciclismo, che ricalcherà quasi totalmente quella delle edizioni passate».
Visto che attraggono partecipanti nella stessa regione, il Challenge Riccione in maggio fa concorrenza all’Iron Man di Cervia in settembre? Ci sono altri paesi che organizzano sia la mezza distanza che la distanza intera, sfruttandone le sinergie?
«Anche se il triathlon è una disciplina relativamente nuova, il numero dei praticanti è in continuo aumento, nel Mondo e in Italia. L’arrivo di circuiti Internazionali come Ironman e Challenge, ha dato una spinta ulteriore, in quanto questi sono contraddistinti da un livello organizzativo molto alto. Non solo non esiste un conflitto con Ironman Cervia: i due eventi, collocati uno ad inizio (Challenge Riccione) e l’altro a fine stagione (Ironmam Cervia) si supportano a vicenda e andrebbero promossi insieme. Anche Maiorca per sancire la sua vocazione si è aggiudicata entrambe le distanze. L’Emilia Romagna in questo modo afferma la sua identità di “terra del triathlon” al pari del competitor spagnolo».
Per chiudere, una domanda forse romantica, forse stupida, forse “fotografica”: va bene le colline di Pantani a ridosso del Mare Adriatico, va bene la capacità organizzativa condita di piadina romagnola, ma non è che il successo degli eventi di triathlon in Emilia Romagna sia dovuto al fatto che, quando gli atleti fanno quelle levatacce il giorno di gara, solo sulla “East Coast” del nostro paese c’è l’alba nel suo splendore, con la palla di fuoco che dal mare sorge in faccia ai partenti?
«Io credo che in Romagna esista un mix di fattori che rendono gli eventi “unici” nel loro genere, e l’alba è sicuramente uno di questi. Rivedere ogni anno ai nastri di partenza tanti atleti, è ciò che più di ogni altra cosa gratifica noi organizzatori».
Grazie Alessandro, Buon Challenge.
Mariagrazia Nicoletti