E’ una “tranche de vie”, storia di vita realistica, in ottica ciclistica ma indicativa ed esemplificativa di un ambiente, di un’epoca, di un ciclismo d’altri tempi, la piacevole e documentata pubblicazione di Luciana Rota con il titolo I PORTA COLORI DELLA SIOF-Ricordi di valorosi ciclisti dimenticati.
Lo firma Luciana Rota, giornalista con specifico DNA ciclistico e di molteplici esperienze che, in un certo senso, “gioca in casa”, pur essendo nata a Milano, per usare una terminologia calcistica, con famiglia della provincia di Alessandria ma di provenienza orobica. E’ figlia di Franco Rota e nipote di Nino Rota, due fratelli e validi giornalisti specializzati in ciclismo che negli anni verdi delle loro carriere hanno ricoperto un ruolo importante nella storia della SIOF.
SIOF è l’acronimo indicativo di Società Italiana Ossidi Ferro che dal 1923 opera a Pozzolo Formigaro producendo pigmenti di colori. E’ stata fondata da imprenditori di origine bergamasca e, nel mondo del ciclismo, è conosciuta per la sponsorizzazione della formazione dilettantistica (l’aggettivo è però in un certo senso riduttivo della realtà) che aveva la sua base appunto a Pozzolo Formigaro, nelle terre dei campionissimi Cuniolo, Girardengo e Coppi che è stato il primo, per cronologia e qualità, vivaio del ciclismo italiano dagli anni antecedenti il 1940.
Un vivaio governato con regole familiari, vita spartana, mano ferma da Biagio Cavanna, il massaggiatore di lunghissima esperienza e forte personalità che non ha perso neppure quando una malattia lo condannò alla cecità. “Biasu” era il motore e la mente dell’iniziativa che formava corridori veri, duri che per imparare il mestiere frequentavano la sua cascina-collegio governata dalla moglie e con la figlia Ada, la vedova di Ettore Milano, ora impedita nella mobilità, ma lucida e presente. E lì si formavano, pedalando, sudando, imparando l’arte e i trucchi del mestiere, gli aspiranti professionisti che sognavano di entrare poi nell’orbita dei fedeli, anzi fedelissimi, di Fausto Coppi che si fidava dei giudizi e delle indicazioni di Biagio Cavanna.
Fra i più noti ricordiamo, oltre a Ettore Milano e Andrea “Sandrino” Carrea, per citarne alcuni fra i molti, Giovanni Meazzo, Luciano Parodi, Elio De Maria e tanti altri.
Piacevolissimo è il ritratto, inedito, del personaggio di Edda Carrea, sorella di “Sandrino” che ha condiviso vita e carriera del fratello con sua moglie Anna e il figlio Marco.
Luciana Rota, detta anche “Lucianina” o “Rotina”, ha ricercato documenti, personaggi, immagini (molte delle quali del “maestro” Vito Liverani), testimonianze per una rappresentazione scritta istruttiva e piacevole di una grande e bella storia di ciclismo e di vita con sentita prefazione di Roberto Livraghi, dirigente della Camera di Commercio di Alessandria.
Tanto per restare in tema il libro è edito dal Museo del Ghisallo Edizioni, prima opera della collana Storie di ciclismo, con gli apporti di vari enti e aziende che affiancano la struttura museale tanto cara a Fiorenzo Magni, del territorio del basso (ma solo per collocazione geografica) alessandrino, della Camera di Commercio di Alessandria nel quadro della sua rinnovata valorizzazione dei luoghi attraverso la bicicletta in tutte le sue espressioni anche tramite il rifondato Circolo Velocipedisti Alessandrino.
Per ulteriori informazioni: info@museodelghisallo.it
Giuseppe Figini