Aaron Puzey ha deciso di percorrere pedalando tutta la Gran Bretagna dal punto più a sud-ovest a quello più a nord-est dunque da Lands End in Galles a John O’Groats in Scozia. Attualmente si trova a metà strada, in Inghilterra, tuttavia c’è da specificare che… non è mai uscito dal proprio salotto. Come è possibile? Semplice, sta usando una cyclette e un visore a realtà virtuale.
Pedalare sulla cyclette è parecchio noioso, niente a che vedere con un allenamento outdoor. Però recentemente si è creato parecchio movimento intorno a una tecnologia che può andare letteralmente a rivoluzionare questo settore ossia la realtà virtuale. Di cosa stiamo parlando? Di una riproduzione digitale di un mondo immersivo e realistico grazie a speciali visori (occhialoni) per ritrovarsi in un’ambientazione a 360 gradi perfettamente esplorabile in ogni direzione.
Partendo da questo presupposto, il programmatore inglese ha confezionato un’applicazione che utilizza le foto di Google Street View (già a 360 gradi) montandole in sequenza per creare un lungo percorso di 1450km che taglia il paese in diagonale. Successivamente, si è messo in sella alla cyclette nel proprio soggiorno e, indossati gli occhiali (il modello è un Samsung Galaxy Gear VR) ha iniziato il proprio viaggio.
Un po’ come Emilio Salgari che ha scritto tutta la saga di Sandokan e dei Pirati della Malesia dalla propria abitazione a Torino, anche Aaron non si muoverà “fisicamente” di un millimetro, ma pedalerà per tutta la durata dell’avventura. Avventura che sta raccontando giorno dopo giorno sul suo sito ufficiale con un diario e un video.
Questo esperimento apre a progetti interessanti: si potrebbero infatti creare programmi simili con percorsi davvero suggestivi ed esotici, pensati per chi si allena da casa. Naturalmente, la difficoltà del percorso riprodotto dalla bici statica si baserà su quella reale, pensate l’emozione di pedalare a Central Park oppure in Islanda o in Nepal o ancora sulla Muraglia Cinese e perché no nei parchi africani; gli orizzonti sono infiniti. Certo, non sarà la stessa cosa che farlo dal vivo, ma un allenamento del genere non avrà paragone alla monotonia dei rulli guardando il muro.
Diego Barbera