C’è Giovanni Cuniolo: in bici, e la bici ha i freni a bacchetta, il primo campione italiano di ciclismo colto mentre accompagna il nipote su una biciclettina con le rotelle. C’è Sandrino Carrea: anche lui in bici, e la bici è un mezzo cancello, il vecchio angelo custode di Coppi imponente, con berretto di lana, maglia della tuta, scarpe da passeggio, faccia trionfante. C’è Luigi Malabrocca: in posa, la rivoluzionaria maglia nera in dolcevita, abbracciato a tre “suiveurs”, in un negozio di cicli e motocicli. C’è Gino Bailo, anzi, c’è due volte: su una bici da corsa, sorridente, e anche fra i partecipanti di una gara podistica. C’è due volte anche Pietro Moratto: ritratto con la maglia del Pedale Tortonese e sorpreso mentre accompagna l’ipovedente Biagio Cavanna – c’è anche lui – in una rischiosa uscita in bicicletta poco dopo una nevicata.
E c’è ovviamente Fausto Coppi: sorridente con Don Domenico Sparpaglione che, indice al cielo, finge di ammonirlo; rilassato con lo stesso Cuniolo, il Campionissimo in pantaloni corti, il primo campione italiano in pantaloni lunghi, tutti e due in camicia bianca; sereno fra alcuni amici, lui in divisa militare, tutti che si divertono ai Baracconi in una prova di tiro a segno; ed elegantissimo in un gessato nella sua ultima tappa, esposto alla commemorazione collettiva nei locali di piazza Gavino Lugano.
Gianni Rossi ha curato un librone fotografico, l’ha battezzato “Sguardi”, vi ha raccolto immagini novecentesche, ne ha fatto un album di famiglia in cui la famiglia è quella di Tortona. E la vocazione ciclistica pedala fra le pagine, nella foto di gruppo del Team Bar Gambrinus, allegri ciclostorici di strade bianche, e in quella dei Pedalatori Stanchi, convinti assertori del basso chilometraggio; nell’impegno di Pier Giorgio Vercellotti, raccoglitore di carta e cartone su un veicolo a pedaliera con rimorchio, e nell’arte di Luigi Mutti, “u ciclista”, meccanico enciclopedico, noleggiatore di tandem e tuttofare del Veloce Club 1887; nella missione di Don Romeo Gardella, animatore – a due ruote - di oratori, nel sorriso di Mario De Benedetti, la cui carriera ciclistica fu stroncata dalla Seconda guerra mondiale, nello sguardo – appunto – di Secondo, Secondo e basta, maglia Gbc, appassionato di ciclismo e pioniere del cicloturismo.
Rossi protegge il passato perché il presente abbia un senso e il futuro le basi. E spesso bastano semplici sguardi. Il suo trasmette rispetto, tramanda affetto, tradisce nostalgia.